Fucile puntato da sloveni in divisa contro due triestini, la Farnesina chiede chiarimenti a Lubiana

Il ministero degli Esteri comunica che l’ambasciata italiana ha contattato le autorità slovene per acquisire maggiori informazioni e ha invitato la Slovenia a favorire la massima collaborazione tra le forze di polizia al confine tra i due Paesi
Una veduta panoramica della Val Rosandra
Una veduta panoramica della Val Rosandra
TRIESTE. Fonti della Farnesina hanno reso noto oggi, lunedì 25 maggio, che, l’ambasciata d’Italia a Lubiana ha contattato già nella serata di ieri le autorità competenti slovene per acquisire maggiori informazioni su quanto segnalato attraverso alcuni organi di stampa a proposito del breve fermo al confine da parte di due sloveni armati e in divisa di una coppia di triestini con doppia nazionalità, italiana e slovena.
 
A tal proposito, la Farnesina ha invitato Lubiana alla massima collaborazione tra forze di polizia lungo il confine, anche al fine di velocizzare le indagini in corso su quanto accaduto alla coppia triestina. 
 
Sloveni in divisa con il fucile puntato contro due triestini in Val Rosandra
Paramilitari sloveni in un'immagine d'archivio
 
L’episodio si è verificato la settimana scorsa in Val Rosandra. «Stoj!» è l’intimazione che ha rivolto un presunto soldato dell’Esercito sloveno a un 32enne triestino appartenente alla minoranza slovena, ordinandogli poi in inglese («sit down!») di sedersi e puntandogli il fucile alla testa.
 
Solamente quando il giovane gli ha risposto in sloveno, il presunto militare ha tolto il fucile e si è rilassato, mentre alle spalle del giovane il compagno in armi aveva “catturato” la ragazza dalla quale il 32enne si era momentaneamente allontanato e con la quale stava effettuando una passeggiata. L’episodio è stato raccontato dagli stessi malcapitati al quotidiano della minoranza slovena Primorski Dnevnik, che non ha riportato i nomi e i cognomi dei protagonisti dell’incontro armato in Val Rosandra.
 
Savino: intervenga subito l'Unione Europea
 
«Riprende la rotta balcanica e con essa, a causa dell’inerzia della polizia slovena, gli arrivi di migranti in Fvg attraverso i confini con la Slovenia; un’inerzia che lascia spazi a gruppi paramilitari, attivi nelle zone da mesi, che senza autorità e con metodi inaccettabili si arrogano il diritto di presidiare i territori, come pare sia accaduto nei giorni scorsi in Val Rosandra», alla periferia di Trieste.
 
Lo sottolinea Sandra Savino, deputato e coordinatore di Forza Italia per il Fvg. «Se la ricostruzione dei due giovani a cui è stato puntato il fucile alla testa fosse confermata - aggiunge Savino - saremmo di fronte a un fatto di gravità inaudita, che merita l’intervento immediato dell’Unione europea. Nell’attesa che la Farnesina ci renda note le informazioni richieste alle autorità slovene, ho personalmente sollecitato gli europarlamentari di Forza Italia affinchè presentino un’interrogazione».

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