«Fucile puntato alla testa»: coppia di Trieste denuncia minacce da sloveni in divisa, Serracchiani sollecita Di Maio

La deputata al ministro degli Affari esteri: «Chieda a Lubiana di chiarire. Se ci sono paramilitari che girano armati nei pressi del nostro confine è inaccettabile»
Un'immagine della Val Rosandra
Un'immagine della Val Rosandra

TRIESTE. Lo hanno fatto inginocchiare puntandogli il fucile alla testa, poi, quando hanno capito che si trattava di un cittadino sloveno, che possiede anche la cittadinanza italiana, si sono scusati e hanno lasciato andare lui e la sua compagna, bloccata anche lei, non prima di aver precisato di essere alla ricerca di «crni», neri, termine dispregiativo per indicare i migranti. È accaduto nei boschi della Slovenia a ridosso del confine italiano, come riporta il quotidiano di lingua slovena di Trieste, Primorski Dnevnik, poi ripreso dal sito TriestePrima.

Protagonista è una coppia di triestini della minoranza slovena, con doppia cittadinanza e che abita in Slovenia: a minacciarli sarennero stati due uomini in uniforme dello «Slovenska vojska» (Esercito sloveno). L'episodio, avvenuto giorni fa, rischia di rinfocolare le tensioni tra Slovenia e Italia dopo il rafforzamento dei pattugliamenti da parte della polizia slovena al confine con l'Italia per evitare sconfinamenti e il propagarsi del Coronavirus.

Il giovane, di 32 anni, stava passeggiando con la compagna nella zona della Val Rosandra, di solito attraversata dai migranti che dalla Slovenia giungono clandestinamente in Italia, quando, allontanatosi di pochi metri dalla donna, è stato raggiunto all'improvviso dal presunto militare che gli ha urlato «stoj» (alt) e poi «sit down», facendolo inginocchiare e puntandogli il fucile alla testa.

Il giovane ha parlato in sloveno e allora il militare ha abbassato il fucile mentre giungeva la compagna, controllata da un altro presunto soldato. Subito dopo i due si sono scusati e avrebbero sostenuto di essere alla ricerca di "crnci" irregolari. Poi, dopo lo scambio di alcune battute si sono allontanati. Ai confini di alcuni Paesi balcanici sono numerose le squadre di paramilitari armati che fermano i migranti diretti nei Paesi dell'Unione europea.

Serracchiani: «Episodio inquietante, Di Maio chiarisca subito. Paramilitari sul confine? Inaccettabile»

«Sulle notizie dei fatti inquietanti accaduti sul confine tra Italia e Slovenia chiederò al ministro Di Maio di fare chiarezza con la controparte slovena. Nessun cittadino, italiano o sloveno, deve temere di finire sotto la minaccia delle armi facendo una passeggiata". Lo dichiara la deputata Debora Serracchiani (Pd) a proposito dell'episodio accaduto a un uomo nei boschi della Slovenia a ridosso del confine italiano, cui si riferisce esser stato puntato un fucile alla testa da due uomini in divisa militare.
 
Precisando di aver "già informato per le vie brevi la Farnesina", Serracchiani chiede al ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio di "compiere passi opportuni presso il Governo sloveno affinché tutti gli aspetti di questo episodio siano resi noti. Se, come riportato, ci sono paramilitari che girano armati nei pressi del nostro confine, il fatto è inaccettabile».
 

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