Frontiere contese a Nordest: la drammatica storia del confine orientale tra Ottocento e Novecento
Il libro “Frontiere contese a Nordest” di Claudio Vercelli dal 6 febbraio in abbinata con Il Piccolo e il Messaggero Veneto. L’autore ricostruisce con il rigore e il distacco dello storico la storia dell’Alto Adriatico: per informarsi senza pregiudizi
Quella del confine orientale è senza dubbio una delle vicende più drammatiche e complesse del Novecento italiano.
In questo libro Claudio Vercelli, storico contemporaneista e pubblicista, docente presso la Limec-SSML (Istituto universitario per mediatori linguistici di Milano) e l'Università Cattolica, professore di Studi ebraici presso l'Università di Poznan, in Polonia, e la Scuola Europea di Alta Formazione «Pareto» di Lecco, ricostruisce passo per passo la storia dell’Alto Adriatico tra Ottocento e Novecento: il nazionalismo italiano, l’irredentismo, l'impresa di Fiume e il «fascismo di confine» tra ideologia, squadrismo e suprematismo etnico; la «bonifica etnica» dei territori italianizzati tra le due guerre, le politiche di occupazione italiana in Slovenia e i rapporti con la Croazia di Ante Pavelić nel secondo conflitto mondiale (il trattamento delle minoranze, il destino degli ebrei, i crimini di guerra italiani: episodi forse poco noti, ma determinanti per demolire il mito, ancora duro a morire, degli «italiani brava gente»).
E, ancora, le articolate vicende dell'area giuliano-dalmata dopo il crollo della sovranità italiana, tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, e poi durante la conseguente fase di occupazione tedesca della «Zona di Operazioni Litorale Adriatico», con gli sconvolgenti episodi della risiera di San Sabba, le deportazioni e i crimini contro i civili. Non manca, nel volume, l'esame delle controverse vicende dei rapporti tra Resistenza slovena, croata e italiana, con un capitolo dedicato al tragico eccidio di Porzûs, una delle pagine più oscure del movimento partigiano del nostro Paese.
Vercelli, in questo modo, ricostruisce con il rigore e il distacco dello storico, le premesse del grande dramma, troppo a lungo dimenticato, dell’infoibamento: le foibe come tragica realtà e come simbolo di una più ampia vicenda che chiama in causa la stessa identità italiana. Le foibe, ricordate dall'inserimento del Giorno del Ricordo nel calendario civile della Repubblica, tra rimozione, amnesie e infine dovuta e necessaria reintegrazione nella coscienza civile del Paese.
L'autore volge infine la sua attenzione alla ricostruzione delle vicende del travagliato dopoguerra, attraverso il racconto dell’esodo degli italiani. Un'indagine puntuale, lontana da ogni pregiudizio ideologico, necessaria per rispondere alla domanda che da decenni attraversa gli studi storici, ma soprattutto i movimenti dell'opinione pubblica: fu pulizia etnica o che cos’altro? Guerra nazionale, guerra civile, guerra sociale? Un rigoroso ma sempre leggibile excursus storico che giunge fino al trattato di pace tra l'Italia e la Jugoslavia di Tito, e alle sue ripercussioni: la questione di Trieste, che si risolverà solo nel 1975, il Memorandum di Londra, la «de-italianizzazione» dell'Istria e dell'Alto Adriatico tutto.
Una potente riflessione sulla storia delle frontiere a Nordest. Un libro ricco di approfondimenti, con un ampio apparato iconografico e soprattutto una cartografia realizzata ad hoc, utile per capire tempi e luoghi di questa tormentata vicenda.
Un libro per informarsi senza pregiudizi. Per capire e per ricordare.
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