Fronte comune di politica e cittadini contro la chiusura di Cardiologia a Gorizia

All’orizzonte cortei e altre manifestazioni per fare pressing sulla Regione. In aula il sostegno alla mozione bipartisan, in strada il presidio spontaneo. «La città merita rispetto»

Marco Bisiach
Gli scranni della giunta al Consiglio comunale su Cardiologia Foto di Pierluigi Bumbaca
Gli scranni della giunta al Consiglio comunale su Cardiologia Foto di Pierluigi Bumbaca

C’è un intero Consiglio comunale, con una compattezza che non si ricorda nel passato più o meno recente della città, forse nemmeno ai tempi del caso Punto nascita. C’è una città presente e coinvolta, pronta magari anche a scendere in piazza. Gorizia ribadisce con forza il suo “no” alla concentrazione nella sede di Monfalcone delle degenze di Cardiologia dell’ospedale San Giovanni di Dio, e lo fa dentro e fuori l’aula del Consiglio comunale.

Mozione unanime contro la chiusura

La mozione che chiede la sospensione e la riconsiderazione della delibera regionale presentata in modo trasversale dai capigruppo di maggioranza e opposizione è stata approvata all’unanimità dall’assemblea civica: 35 voti favorevoli su 35 votanti. Ma non ce ne sarebbe stato bisogno: la votazione è stata formale, perché il sindaco Rodolfo Ziberna aveva già fatto proprio il documento, per snellire i tempi, trasmettendolo all’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, ad Asugi e ai sindaci dell’Ambito. Non solo. Come ha spiegato lo stesso Ziberna nelle comunicazioni in apertura, «nei prossimi giorni incontrerò il primario di Cardiologia Gerardina Lardieri per discutere le questioni tecniche emerse da questo nostro confronto. Siamo tutti allineati».

Un nutrito gruppo di cittadini che non è potuto entrare perchè i posti erano tutti occupati Foto Bumbaca
Un nutrito gruppo di cittadini che non è potuto entrare perchè i posti erano tutti occupati Foto Bumbaca

Tanti goriziani fuori dall’aula

Con la politica, la città. Non solo c’erano tanti goriziani fuori dall’aula del Consiglio comunale, ma pure dentro, sulle piccole tribune, che con i loro 40 posti non hanno potuto accontentare tutti. Chi non è potuto rimanere (per questioni di sicurezza) si è accomodato nel vicino atrio, ascoltando i lavori dagli altoparlanti. La presidente del Consiglio Silvia Paoletti ha dato lettura della mozione a nome di tutti, poi ha parlato in audizione per il Comitato salute pubblica il dottor Adelino Adami, snocciolando uno ad uno tutti i temi più volte emersi negli ultimi giorni, per arrivare ad una domanda rimasta senza risposta: «Perchè spostare Cardiologia a Monfalcone?». Poi il dibattito. Tutti accorati e propositivi gli interventi dei capigruppo, nessuno escluso. Solo Giulio Daidone (Noi Moderati) non ha effettuato la dichiarazione di voto in aula, votando però a favore e aggiungendo poi a margine: «Vogliamo che chiunque possa veder garantito il diritto ad accedere alle cure cardiologiche».

L’opposizione: unità di intenti

La folla di cittadini che ha invaso il posto per il pubblico in aula Foto Bumbaca
La folla di cittadini che ha invaso il posto per il pubblico in aula Foto Bumbaca

C’è chi dai banchi dell’opposizione (Franco Zotti di Zotti contro tutti ma anche Andrea Picco di Noi Mi Noaltris Go!) ha proposto le dimissioni collettive del Consiglio qualora la delibera regionale non fosse ritirata, e chi come Marco Rossi del Pd e Riccardo Stasi della lista Martina Sindaco ha paventato la possibilità di organizzare cortei e manifestazioni di piazza, magari coinvolgendo altri sindaci del territorio. «Stiamo dimostrando un’unità di intenti straordinaria – ha detto Rossi -, dobbiamo continuare così anche su tante altre questioni, a partire dal Piano oncologico».

Se secondo Antonio Devetag (Gorizia 3.0), «bisogna andare a parlare direttamente con Fedriga», Roberto Sartori (Lega) ha parlato di possibile «punto di non ritorno» per l’ospedale goriziano, e Alessio Zorzenon (Fratelli d’Italia) dopo aver espresso un plauso all’atteggiamento responsabile dell’opposizione ha aggiunto: «A Gorizia sono stati chiesti costantemente sacrifici, ora basta». Per la Ssk Walter Bandelj avrebbe auspicato addirittura che la richiesta della mozione fosse il ritiro immediato della delibera regionale, non solo la sospensione.

L’Ordine degli infermieri

Intanto sul futuro in bilico di Cardiologia interviene anche Erik Laurencic, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Gorizia, a nome di tutto il direttivo. «Siamo contrari al trasferimento e alla chiusura di Cardiologia perché per tanti anni si è investito su questo reparto, non solo dal punto di vista strutturale ma anche guardando alle professionalità, mediche e infermieristiche, e su competenze avanzate. Le notizie di questi giorni rappresentano una sorta di schiaffo dopo tanti anni di sacrifici per creare una Cardiologia di un certo livello anche dal punto di vista infermieristico a Gorizia». —

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