Frode, maxi rimborso da Zanzi alla Regione Fvg

L’ex patron e fondatore della Telit dovrà restituire un milione 711 mila euro ricevuti dalla società Enteos per un progetto
Foto BRUNI TS 19 11 00 TELIT:Zanzi in conferenza
Foto BRUNI TS 19 11 00 TELIT:Zanzi in conferenza

TRIESTE Dovrà restituire alla Regione Friuli Venezia Giulia un milione 711 mila euro «quale danno erariale, in relazione al fraudolento conseguimento di finanziamenti pubblici». È quanto stabilisce la sentenza della Corte dei Conti regionale a carico di Massimo Zanzi, classe 1951, fondatore e patron della Telit ma anche per anni al vertice della Pallacanestro Trieste.

La sentenza è un altro frutto delle indagini relative al fallimento della società Enteos Srl, avvenuto nel 2011. La Corte giurisdizionale, composta dai magistrati Paolo Simeon, Giancarlo Di Legge e Giulia De Franciscis, ha emesso il dispositivo dopo aver udito il pubblico ministero Marilisa Beltrame.

Enteos era una società di telefonia, nata dieci anni prima come costola della Telit. Zanzi è coinvolto nell’indagine in veste di amministratore unico e legale rappresentante della società.

Questi i fatti. Nel marzo del 2004 Enteos presenta alla Regione una domanda di finanziamento per progetto di ricerca sulle reti wireless di terza generazione, «la cui realizzazione sarebbe stata effettuata in collaborazione con le università di Trieste e Cosenza».

Nel novembre 2005 la Regione acconsente a dare un contributo di oltre due milioni 600 mila euro. L’iter viene però sospeso a causa di un contenzioso fra la società e una ditta fornitrice, e riaperto nell’agosto 2008, con l’attribuzione ad Esteon di un milione 711 mila euro.

La polizia giudiziaria riscontra però nella rendicontazione dell’azienda una fattura da un milione 450 mila euro nei confronti di un’azienda ungherese, la Ace Kft, che risulta esser stata saldata con due bonifici del luglio e agosto 2007, sorretta da una scrittura privata firmata da Zanzi. Formalmente la Ace avrebbe fornito alla Esteon dei servizi relativi al progetto sul wirless.

Gli inquirenti scoprono una realtà differente. I bonifici risalgono agli stessi mesi dell’anno successivo, il 2008, e sono quindi stati retrodatati artificiosamente per farli rientrare nel cronoprogramma del progetto. Inoltre la fornitura stessa da parte degli ungheresi è inesistente.

Non basta: la Finanza ha accertato non solo che un’altra società, la My Way, ha accreditato a Enteos un milione e mezzo (sempre per attività risultate poi inesistenti) il giorno precedente l’addebito effettivo dei bonifici ad Ace Kft, «ma anche che il prezzo delle sue prestazioni inesistenti è poi transitato dal conto della società in un conto corrente off-shore intestato ad altra azienda, facente capo al titolare di My Wave». In sostanza, prestandosi a questa operazione, Enteos avrebbe avuto «in premio» i fondi regionali, utilizzati «in gran parte per pagare i propri debiti tributari e contributivi a Equitalia e, per il residuo, per coprire i costi di attività». La Corte individua in Zanzi il responsabile della manovra, e in quanto tale gli impone di rimborsare l’ente pubblico.
 

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