Frode fiscale, sequestri milionari. Indagato Agrusti

Il presidente di Unindustria Pordenone nei guai dopo il fallimento della sua “Onda Communication”. Sigilli delle Fiamme gialle su terreni, ville, auto, moto di grossa cilindrata, conti correnti. Avvisi di garanzia ad altri 4 ex dirigenti dell’azienda

Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Pordenone, a conclusione di indagini su una frode fiscale da 25 milioni di euro che ha riguardato una società fornitrice dei maggiori operatori telefonici nazionali, ha sequestrato beni e valori per 5 milioni di euro a cinque dirigenti della stessa società, tra i quali il presidente degli Industriali della provincia di Pordenone, Michelangelo Agrusti.

Nell'ambito dell'inchiesta le Fiamme gialle hanno sequestrato immobili, terreni, auto e moto, conti correnti e titoli societari ai cinque. Nel giugno scorso la Consob aveva inviato una richiesta di informazioni ad alcuni colossi del mondo assicurativo e delle telecomunicazioni, perchè chiarissero i rapporti intercorsi tra questi soggetti e la società friulana.

L'indagine coinvolge l’azienda “Onda communication”, una creatura dello stesso Agrusti, dichiarata fallita nel novembre scorso. Il Procuratore della Repubblica di Pordenone, Marco Martani, ha specificato che è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente dell’Iva non versata. Nei confronti degli indagati sono ipotizzati i reati di utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Dalle indagini sarebbe emerso che le spedizioni effettuate dall'azienda spesso non corrispondevano alla merce dichiarata.

Sono indagati, oltre all’attuale presidente di Unindustria Pordenone, altri quattro dirigenti di “Onda Communication”: Giuseppe D’Anna, Sergio Vicari, Giorgio Costacurta e Renato Tomasini. Sono tutti accusati di concorso in utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato sei terreni, 19 immobili, tra cui due ville, tre auto, tre moto, tra cui 2 Harley Davidson, depositi bancari per un milione 467 mila euro e partecipazioni azionarie per 85 mila euro. L’importo dei beni sequestrati è pari al doppio dell’Iva evasa. Perquisizioni sono state effettuate, a carico delle cosiddette «società cartiere», anche nelle province di Avellino, Bergamo, Bologna, Napoli, Mantova, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Verona e Udine.

Riproduzione riservata © Il Piccolo