Friulia investe un milione sul cibo bio made in Gorizia

L’obiettivo è di sostenere il processo di crescita e l’apertura al mercato estero Dalle cotolette di tofu al frico vegano sino ai veg-bresaola, cotto e carpaccio
Bumbaca Gorizia 02.07.2019 Fedriga e Seganti alla Biolab © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02.07.2019 Fedriga e Seganti alla Biolab © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Saranno nozze veg quelle tra Friulia e Biolab. La finanziaria regionale torna a investire a Gorizia e lo fa attraverso un intervento da un milione di euro complessivi a favore dell’azienda goriziana specializzata in gastronomia biologica, vegetariana e vegana, dalle cotolette di tofu al frico vegano, dallo spezzatino di soia alle mini salsicce vegetariane, fino ai veg-affettati (veg-bresaola, veg-carpaccio e veg-cotto) che sono stati persino oggetto di un’interrogazione all’Europarlamento.

L’obiettivo principale dell’operazione è quello di sostenere il processo di crescita e di ulteriore apertura verso il mercato estero che Biolab affronterà nei prossimi anni. E per rendere tale procedimento ancora più rapido, la stessa finanziaria assicurerà all’azienda un affiancamento manageriale. Sul piano finanziario, l’investimento di Friulia si traduce in una doppia ricaduta positiva per Biolab: in prima istanza, la controllata regionale si farà carico di un aumento di capitale per 700 mila euro, e in seconda garantirà alle casse dell’azienda un finanziamento fino a 300 mila euro diluiti su 5 anni. Una iniezione di liquidità che non può che fare bene all’impresa di Santinelli, pronta a seguire da qui al 2021 un piano economico che prevede investimenti complessivi per 2,4 milioni di euro, che vanno sommati ai circa 650 mila euro investiti dall’azienda nel corso dell’ultimo anno. Il piano prevede l’acquisto di impianti e macchinari per la sterilizzazione e la pastorizzazione dei prodotti, oltre a investimenti focalizzati sul business degli affettati vegani e sui surgelati, che daranno a Biolab la possibilità di esportare i propri prodotti anche al di fuori dei confini europei.

In più, una fetta di investimenti andrà a sostenere il progetto Valest, per recuperare l’amido dagli scarti del processo produttivo, e per ampliare il numero di dipendenti. «In Friulia ho trovato il socio di minoranza che stavo cercando da tempo – ha commentato con entusiasmo l’amministratore unico di Biolab, Massimo Santinelli – questa partnership ci permetterà di sfruttare il trend positivo che il mercato bio sta vivendo negli ultimi anni e che oggi solo in Italia vale 5,5 miliardi di euro. Di questi, più di un terzo derivano dall’export, per questo nei prossimi anni prevediamo una forte spinta verso il processo d’internazionalizzazione, con nuovi prodotti che verranno commercializzati anche in Cina e Usa».

Seganti ha parlato di Biolab come di una azienda «con ampie possibilità di crescita, che Friulia ha scelto di supportare non solo dal punto di vista economico ma anche consulenziale come partner per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese del territorio. Si tratta di un passaggio fondamentale e necessario, soprattutto in un settore competitivo e stimolante come quello dei prodotti alimentari biologici». Il matrimonio tra Friulia e Biolab ha ricevuto infine anche la benedizione del presidente Fedriga. «È importante che la Regione, anche attraverso le controllate, sostanza aziende come Biolab che investono molto sulla ricerca e si propongono come eccellenza sul mercato estero, veicolando il messaggio che i prodotti del Friuli Venezia Giulia non sono soltanto buoni ma anche sani. Oltretutto, questa operazione vanta un valore aggiunto enorme poiché avviene a Gorizia, in un tessuto imprenditoriale che nei prossimi anni dovrà vedere un rilancio». —



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