Friulia cede le quote di Mediocredito

L’assemblea dei soci approva l’operazione. Nel 2016 l’addio ad Autovie. Del Fabbro: «Abbiamo ridotto i costi dell’11%»
La sede di Autovie Venete e Friulia in via Locchi
La sede di Autovie Venete e Friulia in via Locchi

TRIESTE. La cessione delle quote in Mediocredito, deliberata ieri dall’assemblea degli azionisti, e il passaggio alla Regione di Autovie Venete da varare nel 2016. Friulia, che ha chiuso l’anno con un utile da 1,7 milioni, prepara la strada per ritornare al vecchio mestiere. Il più tradizionale: il supporto a società con prospettive di crescita, tanto in Fvg quanto all’estero attraverso Finest.

La Finanziaria regionale, nel pieno del suo piano strategico programmato fino al 2017, porta innanzitutto i numeri del bilancio di esercizio 2014-2015, approvato in tarda mattinata: 105 partecipate, di cui 80% Pmi, 172 milioni di euro di capitale investito, un fatturato aggregato di circa 2,1 miliardi di euro pari al 6% dell’intero Pil regionale per circa undicimila occupati. E, ancora, un patrimonio complessivo di 676 milioni e 22 milioni di interventi deliberati.

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Tutto ciò in un contesto di ripresa economica comunque fragile: nella prima parte del 2015 in Fvg la domanda rivolta all’industria ha proseguito il lento cammino di crescita iniziato l’anno prima (+3,4%), comunque a livelli inferiori del Nord Est e della media nazionale, e con un export al +7,5%. Ma le preoccupazioni in regione si fanno sentire sia sul fronte della disoccupazione (pari all’8,6%) e della forza imprenditoriale del territorio, che sconta un’ulteriore perdita dello 0,8% delle impresse attive. Le aziende, d’altronde, continuando ad accusare difficoltà nell’accesso al credito: i prestiti bancari erogati, in calo dal 2012, sono ripresi con un timido +0,4%; la crescita del flusso di finanziamenti resta circoscritta alle società medio grandi (+0,7%), mentre per quelle più piccole il dato è sempre in flessione (-3%). In questo quadro nei primi sei mesi dell’esercizio in corso la Finanziaria ha erogato 21 milioni di euro.

Il presidente di Friulia Pietro Del Fabbro con il direttore Carlo Moser
Il presidente di Friulia Pietro Del Fabbro con il direttore Carlo Moser

«I risultati sono stati raggiunti lavorando sui costi, ridotti dell’11% (da 6,5 milioni del giugno 2013 agli attuali 5,8 milioni, ndr) – ha spiegato il presidente Pietro Del Fabbro – compresi quelli dell’organico (-15%), passato da 41 a 37 dipendenti. Operando su costi e ricavi abbiamo portato la società a livelli di efficienza significativi. L’efficienza è arrivata a un livello tale per cui difficilmente si riuscirà a tagliare ancora senza produrre nocumento sull’attività stessa. Va ricordato che ci rivolgiamo a imprese con prospettive di crescita futura e non solo le grandi aziende. Anzi, tutt’altro, visto che l’80% del nostro portafoglio è fatto di Pmi». Il direttore Carlo Moser ha annuito: «La sfida per i mesi prossimi è la velocità, la capacità di essere vicini alle imprese mantenendo elevata la qualità di selezione dei target di investimento, cogliendo le situazioni di crisi. Attualmente la più nota è la Sangalli. Finora comunque il Rilanciaimpresa (l’intervento avviato dalla Regione a supporto del tessuto economico del Friuli Venezia Giulia, ndr) è uno degli strumenti migliori di cui si dispone. Abbiamo già usato metà del 17 milioni concessi».

Ieri l’ufficializzazione dell’atto più atteso: l’abbandono della Finanziaria Mc (40,41% delle quote), con l’obiettivo della razionalizzazione delle partecipazioni. Il prossimo passo, nel 2016, sarà l’operazione Autovie destinata a trasformarsi in una realtà completamente pubblica per ottenere il rinnovo della concessione. «Al di là della forma tecnica che utilizzeremo – ha rimarcato Del Fabbro – diventa indispensabile, al fine di consentire la proroga, che la proprietà sia ricondotta direttamente e interamente a soggetti pubblici. Penso quindi che il 2016 potrà essere l’anno per l’uscita dal perimetro di Autovie e di una focalizzazione, che poi è la sintesi del nostro piano, dell’attività della holding con i suoi strumenti».

I nuovi investimenti del prossimo anno, ha annunciato il direttore Moser, riguarderanno una decina di nuove aziende.

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