Friuli Venezia Giulia, un Pronto soccorso per le cure dentali
TRIESTE. La Regione attiverà negli ospedali e nelle aziende sanitarie delle quattro province del Friuli Venezia Giulia un servizio di “pronto soccorso” per garantire cure dentali urgenti ai cittadini. Il nuovo sistema entrerà in vigore entro il prossimo autunno.
La proposta segue di pari passo l’altra iniziativa della giunta Serracchiani, su cui sta lavorando da tempo l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, rivolta alle fasce in difficoltà economica della popolazione, vale a dire con Isee sotto i 15mila euro: anche qui cure gratuite, affiancate a protesi, igiene della bocca e alcune tipologie di carie in stato avanzato o interventi canalari.
Pure in questo caso si partirà non oltre novembre-dicembre. È un piano lanciato da Telesca, che ha appena nominato come responsabile dell’intero progetto il dottor Roberto Di Lenarda, direttore della Clinica Odontoiatrica e Stomatologica dell’Università di Trieste.
«C’è voluto un po’ di tempo ma ormai il piano si sta definendo – afferma l’assessore –. È un’importante novità perché, così facendo, potremo innanzitutto attrezzare degli spazi negli ospedali e nelle aziende sanitarie per rispondere alle necessità più gravi e che hanno bisogno di risposte immediate. Una sorta di “pronto soccorsi odontoiatrici”».
Ma il primo step, per l’assessorato, sarà mettere ordine a quanto già esiste, vale a dire la possibilità per determinate categorie di utenti – come disabili, pazienti affetti da trapianti o sottoposti a dialisi – di usufruire delle cure senza pagare. «Al momento – rileva l’assessore – stiamo dando risposte che non sono omogenee, se non addirittura assenti, sul territorio regionale. Ad esempio spesso ci sono servizi differenti da un luogo all'altro o liste di attesa che variano a seconda dell’ospedale. Dobbiamo riorganizzare tutto, uniformando il servizio».
Parallelamente la giunta porterà a compimento l’altra iniziativa rivolta a chi è sotto i 15mila euro di Isee. «In questo periodo – puntualizza l’esponente dell’esecutivo – stiamo selezionando le patologie su cui sarà possibile intervenire, in modo da codificarle. La difficoltà è quantificare l’effettivo fabbisogno sul territorio». Si ritiene che la platea dei beneficiari sarà costituita per lo più da persone anziane, ultrasessantacinquenni che non possono far fronte alle spese che troverebbero negli studi dei dentisti privati.
«Ciò perché la nostra priorità – precisa il direttore centrale dell’assessorato alla Salute, Adriano Marcolongo – saranno le persone con difficoltà di masticazione e che hanno bisogno di protesi». La delibera sarà pronta entro luglio. «Il provvedimento va nella direzione di quanto già stiamo facendo in tema di welfare – chiarisce Telesca – ma stavolta pensiamo anche a chi ha bisogno di cure, si trova in difficoltà economica e non può permettersi un normale dentista. Queste persone talvolta rinunciano a curarsi perché non hanno soldi. Ma – prosegue l’assessore – in alcuni casi abbiamo visto che manca l’organizzazione su servizi che dovremmo già essere in grado di assicurare. Colloco tutte queste iniziative sullo stesso piano, sono interventi rivolti ai cittadini che sono in disagio economico».
La platea alla quale la Regione si rivolgerà è stimata in 18-20mila unità. «Quantificare con esattezza il fabbisogno – ripete Telesca – è davvero difficile perché purtroppo non disponiamo di tutti i dati che ci servono». Lo stanziamento previsto dalla giunta Serracchiani ammonta comunque a un totale di 1 milione di euro. «Anche se non lo utilizzeremo interamente quest’anno, come crediamo, lo possiamo naturalmente impiegare per il 2016 per la stessa finalità».
Il progetto di odontoiatria sociale, contenuto nelle Linee per la gestione del servizio sanitario del 2015 già varate dalla giunta, sarà attivato nei distretti territoriali, negli ospedali e probabilmente nelle Rsa del Fvg, dove saranno introdotte le figure degli igienisti, professionisti ai quali rivolgersi per la pulizia e per gli interventi di base. Nelle prossime settimane la Regione deciderà quali strutture potranno effettivamente erogare il servizio.
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