Friulano, Violino stecca ma non molla

L'assessore regionale alle risorse agricole Claudio Violino difende lo slogan "friulano tipicamente friulano" nonostante Renzo Tondo non abbia condiviso la sua iniziativa. E aggiunge: "Il nome del nostro vino ex Tocai è "Friulano" e da questo dobbiamo partire per valorizzare tutto il prodotto agro-alimentare della regione"
TRIESTE
Dice che vedrà Renzo Tondo "per chiarimenti" ma è tutto fuorché intimidito dal presidente che non ha condiviso la sua iniziativa. Claudio Violino difende lo slogan "friulano tipicamente friulano" e tira dritto. Lo fa avocando la responsabilità di "fare sintesi" e ribattendo a chi lo ha attaccato dalla Venezia Giulia: «Putiza e jota sono italiane?». Ma sull'assessore regionale all'Agricoltura è bufera: sette consiglieri del Pdl trovano le sue posizioni "inaccettabili".


FESTA DEL MAIALE
A Udine, nella stessa sala dove venerdì scorso ha lanciato il marchio che la Venezia Giulia non ha digerito, Violino, assieme al direttore dell'Ersa Mirko Bellini e al vicesindaco di Udine Enzo Martines, presenta "Scampagnata...nel Gusto, la festa del maiale nato e allevato in Friuli Venezia Giulia" (4 e 5 aprile nel Parco del Cormor di Udine). "Maiale nato e allevato nel Friuli Venezia Giulia", sottolinea col sorriso l'assessore della Lega. Solo una battuta. Perché su "friulano tipicamente friulano" non c'è nessun cambio di rotta.


OPPORTUNITA'
«Il nome del nostro vino ex Tocai è "Friulano" e da questo dobbiamo partire per valorizzare non solo il vino, ma tutto il prodotto agro-alimentare della regione», ribadisce Violino rispondendo alle polemiche suscitate dalla presentazione dal claim che, dovesse funzionare al Vinitaly, l'assessore intende estendere alla promozione di tutti i prodotti enogastronomici della Regione, pure quelli triestini e carsolini. «Siamo in una fase sperimentale - precisa Violino - e proveremo "friulano tipicamente friulano" in un'importante vetrina internazionale per il vino. Uno slogan che nasce appunto dalla valutazione che, per far conoscere il vino denominato Friulano, ex Tocai, c'è un significativo budget. Si tratta di cogliere un'importante opportunità per valorizzare tutto il prodotto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia».


LEGA E TONDO
I leghisti di area giuliana che non ci stanno? «Fanno bene a difendere il loro territorio, ma di nuovo faccio appello all'opportunità valida del nome "Friulano" per l'ex Tocai. Su questo dobbiamo lavorare». E il presidente Tondo che ha bocciato l'iniziativa definendola "non opportuna"? «Mi vedrò con il presidente ma non so quando. Non conosco la sua agenda».


SINTESI
Ma perché tutto "friuliano"? Perché questa semplificazione? «Come si chiamano gli abitanti di tutta la regione? Non c'è un'espressione unica - osserva ancora l'assessore all'Agricoltura -. Le proteste, per uno come me che appartiene al Carroccio, sono sempre legittime. Dopo di che tocca alla politica fare sintesi. Se pensiamo alla Doc Isonzo, non è che potessimo parlare di "friulano tipicamente isontino". E, per fare un altro esempio, la Putiza è più vicina a Nova Gorica che a Gorizia, non ho certo messo io il confine. In ogni caso abbiamo la carta del "Friulano" e ce la giochiamo. È un'occasione, non perdiamola».


LO SCONTRO
La polemica, però, non rientra. Una polemica "politica", sottolinea l'assessore. Lo conferma la reazione dei consiglieri pidiellini Roberto Marin, Maurizio Bucci, Paride Cargnelutti, Paolo Ciani, Paolo Santin, Piero Tononi e Gaetano Valenti, molto critici con Violino: «È già da un anno, ovvero dalla scorsa edizione di Vinitaly, che manifestiamo la nostra contrarietà al livellamento del settore agro-alimentare regionale. Un concetto del tutto inconcepibile, specialmente in una regione con molte eccellenze in questo settore, com'è il Friuli Venezia Giulia».


Violino, insistono, «fa parte di una coalizione e non può pensare di lavorare in maniera autonoma disattendendo le reali istanze e necessità del territorio di tutta la regione. La sua azione è in contrasto sia con le linee programmatiche del presidente Tondo, in cui si parla di valorizzare le eccellenze, che con gli accordi elettorali che non possono essere disattesi. Bene ha fatto dunque il presidente a cogliere l'importanza della diversità dei prodotti vitivinicoli e agroalimentari regionali. Una posizione che ha il nostro pieno appoggio».


Rincara la dose il capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Trieste, Maurizio Ferrara: «Quello che sta accadendo è emblematico, Trieste è l’unico capoluogo, in Italia, privo di peso politico all’interno della propria regione. Credo che sia giunto il momento per i triestini di alzare la voce».

Riproduzione riservata © Il Piccolo