Frenata sulla Capodistria-Divaccia

Il ministro sloveno alle Infrastrutture: «Non ci sono soldi. Meglio potenziare l’esistente». Forti critiche
Di Franco Babich
STERLE TRIESTE 15 12 07 IL POSRTO DI CAPODISTRIA LUKA KOPER ALLA C A DOTT MISSIO PREGO ARCHIVIARE GRAZIE
STERLE TRIESTE 15 12 07 IL POSRTO DI CAPODISTRIA LUKA KOPER ALLA C A DOTT MISSIO PREGO ARCHIVIARE GRAZIE

CAPODISTRIA. Procederà la Slovenia alla costruzione del secondo binario sulla Capodistria–Divaccia o si limiterà ad ammodernare la tratta ferroviaria attuale? Il ministro delle Infrastrutture e dell’Ambiente Samo Omerzel ha annunciato la decisione per i prossimi giorni, ma è molto probabile che sarà scelta la seconda opzione, molto meno costosa. In questo momento, secondo Omerzel, nessuno può dire quanto tempo sarebbe necessario per coprire l’investimento, e lo stato una spesa da 1,2 miliardi di euro attualmente non è in grado di sostenerla. «La Slovenia non può permettersi un altro TES 6», ha dichiarato Omerzel, riferendosi alla centrale termoelettrica Sostanj, un progetto il cui costo con gli anni è cresciuto a dismisura senza dare ancora alcun risultato.

Il ministro, che ha parlato degli investimenti nelle infrastrutture nel corso di una recente visita al Club degli imprenditori dell’Istria slovena, si è detto invece più propenso a una soluzione alternativa al secondo binario. Secondo Omerzel, sarebbe meglio spendere 300 milioni per ammodernare la tratta già esistente. La Capodistria–Divaccia è il collegamento tra lo scalo sloveno e la grande viabilità transeuropea. In attesa della decisione definitiva, nel Capodistriano si registrano numerose reazioni di chi, contrariamente al ministro che frena, vede invece nel secondo binario l’unica soluzione per garantire competitività al porto anche nei prossimi decenni. Secondo l’economista Joze P.Damijan, tra gli autori di uno studio sui traffici portuali, a partire dal 2018 la tratta attuale della Capodistria–Divaccia non sarà più in grado di sostenere il volume di merci da e per il porto. Senza secondo binario, sostiene Damijan, le perdita diretta, entro il 2030, sarà di 800 milioni di euro, che finiranno altrove, senza calcolare i mancati benefici indiretti per l’economia slovena.

In quanto alla spesa da sostenere, Damijan è convinto che si possa farcela, anche perché si tratterebbe di «spalmarla» su un periodo di 8-10 anni, quanto durerebbe la costruzione. Per la preside della Facoltà di marineria e trasporti di Pirano, Elen Twrdy, per lo sviluppo del porto di Capodistria sono necessari sia il secondo binario sia il terzo molo. Non è pensabile aumentare il traffico container facendo affidamento solo sul traasporto su gomma, peraltro ecologicamente molto discutibile.

Nell’ambito del dibattito promosso dal quotidiano Primorske Novice, sulla questione si è pronunciato pure il presidente del Cda delle Ferrovie slovene Dušan Mes, secondo cui l’ammodernamento della tratta attuale potrebbe essere un’alternativa valida solo se ciò comportasse un aumento del 50% del numero di treni al giorno. In questo momento, la Capodistria–Divaccia è in grado di sostenere un massimo di 60 convogli al giorno, in entrambe le direzioni. A lungo andare, ad ogni modo, anche secondo Mes è indispensabile un secondo binario, 27 chilometri di importanza vitale per collegare il porto all'altopiano carsico sloveno e alla rete europea.

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