Frattini: l'Italia si era molto impegnataL'ingresso in Ue della Croazia nel 2011
Il ministro degli Esteri soddisfatto per l'intesa tra Slovenia e Croazia. "Ci saranno benefici anche per l'Italia"
Franco Frattini
TRIESTE
Il ministro degli Esteri Franco Frattini non nasconde soddisfazione per lo sblocco negoziale tra Lubiana e Zagabria, seppure per ora non sul merito ma riguardo il metodo da adottare nella disputa confinaria e per l’adesione della Croazia all’Unione europea: «L’Italia si era da tempo attivamente impegnata per sbloccare l’impasse e certo trarrà benefici dal nuovo ingresso nella Casa comune europea, come del resto, anzi di più, le nostre minoranze nei due Stati».
Signor ministro, quale il commento a caldo sui nuovi sviluppi?
È positivo: la soluzione adottata è quella indicata dall’Ue e che noi avevamo auspicato. La disputa è bilaterale quindi i Paesi coinvolti devono risolverla con negoziati. Ma intanto la Slovenia toglie il blocco al processo di adesione del suo vicino all’Unione. Entrambi i Paesi hanno compiuto un passo avanti e Lubiana ha riconosciuto il fatto che la valutazione bilaterale del merito della vertenza non può essere una pre-condizione al via libera dei negoziati Croazia-Ue.
Ora in quali tempi è previsto l’ingresso di Zagabria nell’Europa comune?
Auspico che nel 2010 tutti i protocolli necessari per l’Accordo di adesione siano conclusi, dato che Zagabria già assolve molti parametri, e che nel gennaio 2011 posssa fare ingresso ufficiale nell’Unione europea.
Quando si potrebbe ipotizzare l’entrata di Zagabria nello Spazio Schengen, cioè di libero transito?
Beh, tale passo comporta ulteriori procedure internazionali; c’è sempre in questi casi una fase transitoria che definirei naturale. Ma vi sono già accordi transfrontalieri tra Slovenia e Croazia: potrebbero fungere da «apripista» facendo accelerando la tempistica.
L’Italia ha avuto ruolo nell’odierno accordo? E come si è sviluppato?
Il governo ha sempre seguito con interesse e da molto tempo la vicenda, fin dalla lunga fase preliminare. Siamo sempre rimasti in contatto con le autorità delle due nazioni e abbiamo assunto un ruolo anche attivo, promuovendo e dando vita a incontri bilaterali.
Quali benefici potrebbe ricavare l’Italia dalla Croazia nell’Ue?
I benefici sarebbero indubbi. Siamo sempre stati convinti che ciò sarà un vantaggio per l’Europa, per i Balcani ma specialmente per l’Italia. Basti pensare alle nostre minoranze, ora divise da confini e regolate da norme diverse; e tenere presente che siamo il maggiore partner commerciale di questa nazione.
E i punti d’attrito, passati e presenti, come la Zona economica ittica progettata da Zagabria e criticata da Roma ma non solo?
La Croazia ha già rinunciato a creare una zona d’interesse esclusiva marittima. Nell’Alto Adriatico abbiamo interessi comuni: prevalgono sulle divergenze. Ma i Balcani restano un’area da stabilizzare ancora meglio. È con questo spirito che giorni fa Madrid ha dato il via libera a quel Vertice regionale che avevo figurato tempo fa. Lo faremo in primavera: la Spagna avrà allora la Presidenza di turno dell’Ue ma l’Italia co-gestirà il summit.
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