Frattini: l’Italia lavora per la Croazia nell’Ue
Trieste ospiterà a giugno il G8 degli Esteri allargato a Cina, India e Brasile. Galan distratto: Euroregione, le feluche fanno il loro dovere
di Roberta Giani
di Roberta Giani
«L’Italia sta già lavorando affinché la Croazia entri in Europa nel 2010». Franco Frattini torna, ancora una volta, in Friuli Venezia Giulia. Si regala un po’ di shopping natalizio a Maniago, dove fa man bassa di coltelli di cui è un appassionato. Poi si reca a Pordenone a commemorare Lino Zanussi e a fare gli auguri agli amici del Popolo della libertà. Ma, nel tragitto tra Maniago e Pordenone, il ministro degli Esteri affronta i temi ”di confine” più scottanti. E annuncia una visita storica, il 12 gennaio, a Pola. Tra la comunità italiana.
Ministro, lo sconto su benzina e gasolio si può salvare?
La strada, purtroppo, è in salita.
Perché?
Nel recente passato il governo Prodi ha commesso un errore grave, chiedendo la proroga del regime in vigore nel Friuli Venezia Giulia. Così facendo, ha ammesso implicitamente che quello era un regime preferenziale che rientrava nell’ambito di applicazione della direttiva comunitaria sulla tassazione dei prodotti energetici.
Poi, però, la domanda di proroga è stata ritirata.
Probabilmente, si è capito l’errore fatto. Ma, a fronte del gran pasticcio, la commissione europea ha dovuto chiedere notizie.
Adesso come si difende lo sconto?
La linea corretta e sostenibile, a mio avviso, è quella di affermare che il regime non rientra né è mai rientrato nell’ambito di applicazione della direttiva europea per la semplice ragione che discende da una questione di armonizzazione transfrontaliera: questa disposizione non è un privilegio ma è nata per evitare l’esodo di automobilisti italiani verso la Slovenia. La Slovenia, ora, è entrata in Europa. La legge regionale resta valida? Lo è ancor di più visto che le frontiere sono cadute e dall’Italia alla Slovenia si va con un documento d’identità. Ribadisco: la legge serve a temperare l’impatto di una condizione locale che persiste da lungo e lungo tempo.
Bruxelles capirà?
Bisognerà lavorare con pazienza, chiedere degli incontri tecnici, spiegare le ragioni storiche di questa disposizione.
È vero che lei è convinto che la benzina di zona franca di Trieste e Gorizia si poteva salvare?
Allora, ancora una volta, mi ritrovai a dover dire che purtroppo eravamo arrivati tardi. Quella volta si doveva sostenere che la benzina di zona franca discendeva da disposizioni antecedenti al Trattato di Roma non superabili da norme successive. Non lo si è fatto subito e si è perso.
La Slovenia pone il veto all’ingresso della Croazia. Che intende fare l’Italia?
Abbiamo già fatto e continueremo a fare. Il presidente Berlusconi e io abbiamo incontrato il primo ministro sloveno Borut Pahor a Bruxelles: ci ha detto che la Slovenia intende seguire una politica costruttiva nei confronti della Croazia.
Che vuol dire?
Il primo ministro sloveno ha espresso la volontà di lavorare affinché i problemi siano risolti. È evidente, però, che anche la Croazia deve fare la sua parte.
I prossimi passi?
Il problema, oggi, è nelle mani della commissione europea che lo deve affrontare a livello tecnico sino alla fine dell’anno sotto la presidenza francese e, subito dopo, sotto la presidenza ceca che ha già messo il tema Croazia tra le priorità del suo semestre.
C’è il rischio che l’ingresso della Croazia slitti?
Non credo debba esserci. Anche noi abbiamo avuto problemi bilaterali con la Slovenia e la Croazia: li abbiamo affrontati e poi abbiamo dato via libera. La stessa cosa deve avvenire tra Slovenia e Croazia e il nostro impegno, come Italia, sarà quello di facilitare l’accordo.
I tempi?
Il nostro obiettivo è che la Croazia diventi membro della Ue nel 2010 e che i capitoli negoziali si chiudano entro il 2009. Oggi stesso (ieri, ndr) ne ho parlato con il ministro degli Esteri della Svezia che avrà la presidenza europea nel secondo semestre 2009: la Svezia, come la Repubblica ceca, hanno lo stesso nostro obiettivo.
Come valuta la legge sull’apertura del mercato immobiliare approvata da Zagabria?
Era una delle suggestioni politiche che io avevo personalmente fatto al primo ministro Sanader. Il parlamento croato, in tempi ragionevoli, l’ha approvata: un buon risultato.
A breve ci sarà una sua visita ufficiale in Croazia.
Il 12 gennaio incontrerò il primo ministro e il mio collega agli Esteri e confermerò ancora una volta il sostegno dell’Italia, pur chiedendo agli amici croati di fare la loro parte.
È vero che, nella stessa giornata, ci sarà una sua visita a Pola e alla comunità italiana?
Vero.
Visita storica. Lei è il primo ministro degli Esteri a compierla?
Penso proprio di sì. È una visita che ha un significato importante per l’Italia e per la comunità italiana rappresentata anche nel Parlamento croato. Ci vado perché sono personalmente convinto che sia giusto testimoniare la vicinanza e l’affetto dell’Italia.
La Finanziaria, però, ha tagliato i fondi alla comunità italiana.
C’è stato un taglio trasversale che ha colpito senza distinzioni. Ma stiamo cercando di recuperare il recuperabile.
Da tempo si ipotizza uno storico gesto di pacificazione sul confine tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Qual è la sua posizione? Il tema è in agenda?
Il tema, a mio avviso, è straordinariamente importante. E da parte nostra, ovviamente, non ci sono problemi. Ma è evidente che tutto dipende dal fatto che i tre presidenti si ritrovino e prendano questa decisione coraggiosa.
È ottimista?
Non sono pessimista. Poche settimane fa, durante il vertice italo-tedesco, ho accompagnato il ministro tedesco degli Esteri alla Risiera di San Sabba. Chi l’avrebbe mai immaginato sino a poco tempo fa? Questo vuol dire che i gesti coraggiosi sono possibili.
L’Euroregione può migliorare ancor di più i rapporti sul confine. Ma manca ancora la legge di recepimento dei Gect, indispensabile abito giuridico.
Il Parlamento sovrano ha nelle sue mani la legge di attuazione dei Gect: noi l’abbiamo presentata ben prima delle ferie estive. Mi auguro che, con l’impegno di tutti i nostri parlamentari, la legge entri in vigore il prima possibile.
Giancarlo Galan, però, ha accusato le feluche della Farnesina di opporsi all’Euroregione.
Galan, quel giorno, dev’essersi distratto: le feluche della Farnesina hanno fatto il loro dovere.
Balcani. Come si scioglie il nodo Kosovo?
La missione Eulex ha iniziato a dispiegarsi, a mio avviso, in modo soddisfacente. Ma credo che il problema vero sia quello di garantire continuità e lavorare con la Serbia, dandole un segnale più generoso di quanto l’Europa non abbia fatto sinora. Non possiamo, per intenderci, continuare a tenere bloccato l’accordo di commercio interinale tra Europa e Serbia per l’opposizione di un paese su 27.
La questione Eluana investe direttamente il Friuli Venezia Giulia perché il padre vorrebbe che qui si compisse il suo ultimo viaggio. E oggi la Corte di Strasburgo gli ha dato di fatto ragione.
Ci tengo a fare una premessa: questa è una vicenda in cui non ci saranno vincitori, ma solo perdenti. Questa è una tragedia per tutti e prima di tutti per il padre della sfortunata ragazza.
Ma qual è la sua posizione?
C’è un principio che tocca la morale individuale sulla quale non entro. E c’è una posizione del governo italiano - espressa dal ministro alla Salute in accordo con il sottosegretario alla presidenza del consiglio e ovviamente avallata dal presidente Berlusconi - alla quale mi attengo.
Presidenza italiana del G8. Conferma che Trieste ospiterà un vertice importante?
Importantissimo. Trieste ospiterà non solo il G8 dei ministri degli Esteri ma, il giorno successivo, accoglierà un vertice al quale inviteremo molti altri paesi per discutere del grande tema della stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan, il più delicato per la sicurezza del mondo.
Chi inviterete? Con quale obiettivo?
Avremo i ministri degli Esteri di paesi come la Cina, l’India, il Brasile, il Messico, l’Egitto, la Turchia, i Paesi arabi del Golfo e ovviamente l’Afghanistan e il Pakistan. Sarà quindi un vertice importantissimo: avremo India e Pakistan a uno stesso tavolo, avremo i Paesi arabi del golfo che per la prima volta si impegneranno a trovare con noi una soluzione, avremo la Cina.
Argomenti:franco frattini
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