Franz Conrad il più acerrimo nemico dell’Italia

Un pensiero di Franz Conrad von Hötzendorf tratto dalle sue memorie di guerra dice: «non sono i singoli uomini a creare la loro epoca, ma è questa a creare i suoi uomini». Capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico, consigliere di Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, acceso sostenitore della guerra contro la Serbia e dell'alleanza con la Germania, portato ad un atteggiamento ostile nei confronti dell'Italia, che considerava la causa della decadenza dell'Impero austro-ungarico, Franz Conrad von Hötzendorf nel 1916 fu lo stratega della Strafexpedition, la "spedizione punitiva", ed è rimasto nella storia come il più acerrimo nemico dell’Italia. Nella sua famiglia non c’era una grande tradizione militare e lo stesso predicato nobiliare, von Hötzendorf, venne attribuito al bisnonno Franz Anton dall’Imperatore Francesco I nel 1815, dopo cinquanta anni di onorato servizio nell’amministrazione statale. Il padre Franz Xaver fu ufficiale di cavalleria e partecipò a diverse campagne di guerra terminando la carriera in malo modo: a Vienna durante la rivoluzione del 1848 la folla lo rovesciò dal cavallo e riportò gravi fratture che lo costrinsero al congedo. Un episodio che condizionò la vita del giovane Franz Conrad sin dal suo primo avvicinarsi al mondo militare. La madre infatti, memore di quanto accaduto al marito, non volle che entrasse in una scuola per ufficiali di cavalleria iscrivendolo nel 1863 alla Scuola Cadetti di Hainburg. Trascorsi quattro anni venne ammesso all’Accademia Militare Teresiana di Wiener Neustadt dalla quale uscì Sottotenente nel 1871 entrando nel XI Battaglione Jäger. Il periodo formativo di Conrad vide nel 1864 la guerra vinta contro la Danimarca ma anche la definitiva perdita nel 1866 della maggior parte dei territori italiani dell’impero e la contemporanea pesante sconfitta subita a Königgrätz-Sadowa per mano prussiana. Di questo periodo è anche l’Ausgleich (il compromesso) che dette vita alla Duplice Monarchia austro-ungarica.
Il desiderio di Conrad di proseguire nella carriera si concretizzò nel 1874 con l’ammissione alla Scuola di Guerra che gli avrebbe permesso di entrare in quell’élite composta da trecento ufficiali sui tredicimila presenti nei ruoli. Conrad uscì primo della sua classe indossando l’uniforme Flaschengrün (verde bottiglia) propria dello Stato Maggiore. Per quanto non amasse gli svaghi tipici degli ufficiali dell’epoca come il bere, il gioco o il corteggiare le donne, Conrad si fece sempre apprezzare nella cerchia dei colleghi; trascorreva il tempo libero esercitandosi nel disegno, molto importante allora per la visione prospettica dei campi di battaglia, nelle cavalcate e nelle marce, anche in montagna. Una pesante crisi internazionale culminata con la guerra russo-turca venne risolta nel 1878 dal Congresso di Berlino, che per la stabilità della pace futura stabilì che l’Austria avrebbe occupato la provincia ottomana di Bosnia e Erzegovina. L’occupazione non avvenne in modo pacifico e Franz Conrad von Hötzendorf chiese di venir aggregato ai reparti operanti distinguendosi per intreprendenza e voglia di fare. La sua capacità nel disegno attirò su di lui l’attenzione dell’Ufficio Cartografico Militare che gli offrì un incarico accettato solo dopo la fine delle operazioni nei Balcani. Con il lavoro in questo ufficio ebbe modo di approfondire la conoscenza di territori interessati anni dopo agli eventi della prima guerra mondiale. La successiva crisi nei nuovi territori balcanici, causata dalla decisione di estendere la coscrizione obbligatoria anche agli abitanti della Bosnia Erzegovina fece si che Conrad entrasse in contatto con la marina da guerra, esperienza fondamentale per lui che concepì sin da allora l’importanza della collaborazione tra le forze di terra e quelle di mare, pienamente applicata nel novembre del 1916 per la presa del Lovcen, importante posizione montenegrina sovrastante la base di Cattaro. Durante i trasferimenti all’interno della Duplice Monarchia il trentunenne capitano Conrad conobbe anche la donna che sposerà nel 1885: Wilhelmina Le Beau. Gli anni quale insegnante alla Scuola di Guerra furono estremamente importanti per la storia successiva; fu infatti li che ebbe modo di conoscere e formare la maggior parte degli ufficiali subalterni che furono ai suoi ordini nel corso della prima guerra mondiale. Nell’aprile del 1899 Conrad ebbe un nuovo incarico, quello di comandante a Trieste della 55^ Brigata composta da due unità note ancora oggi e non solo agli studiosi di cose militari: i reggimenti di fanteria numero 87 e 97. Qui poté mettere in pratica quanto da anni andava insegnando, acquistando a tal fine anche dei terreni nei pressi di Basovizza dove far esercitare il reggimento 97 nelle condizioni più dure e simili a una guerra vera.
Nel 1902 si trovò anche ad affrontare lo sciopero dei fuochisti del Lloyd, fatto per chiedere la giornata lavorativa di otto ore. Conrad, pur consapevole che allo sciopero avevano partecipato varie fasce della popolazione, se la prese in modo violento con quella che a lui era sembrata una provocazione irredentista maturando così quella diffidenza verso gli elementi di lingua italiana dell’esercito che porterà ad un sostanziale isolamento di questi nel corso della prima guerra mondiale.

La vita privata di Conrad non era stata facile fino a qui né lo sarebbe stata negli anni successivi. Nel 1904 morì la moglie e l’anziana madre Barbara divenne la persona più presente e importante della sua vita; fu proprio per seguire un consiglio di lei che partecipò a una serata nella quale rincontrò Gina von Reininghaus, moglie del re della birra, già conosciuta a Trieste. Da allora non le dette tregua, riuscendo ad ottenere che divorziasse dal marito sposandola nel 1915. Capo di Stato maggiore dal 1906, si avvicinò all’erede al trono Francesco Ferdinando con il quale ebbe rapporti alterni, tra comprensione e conflittualità. La visione di Conrad von Hötzendor sulla situazione politica e militare dello Stato fece si che più volte suggerisse una guerra preventiva conto l’Italia così come fece per ben cinque volte nei confronti della Serbia. Sarebbe però riduttivo leggere in queste sue proposte un desiderio di guerra ad ogni costo, il pensiero di Conrad era più complesso e rivolto ad evitare ciò che poi sarebbe accaduto: il coinvolgimento contemporaneo della Duplice Monarchia su più fronti di guerra. Le sue insistenze a tal proposito furono tali che l’imperatore Francesco Giuseppe lo allontanò nel 1911 dal suo incarico salvo poi richiamarlo sei mesi dopo. Ancora una frase dalle memorie di Conrad per riassumere al meglio il suo pensiero sulla prima guerra mondiale: «gli eventi svoltisi fino al 30 settembre 1914 contengono la storia della guerra fino alla sua fine, poiché questa risiede nel fallimento dei piani concordati tra Germania e Austria-Ungheria per la prima, decisiva azione». Una frase dettata certamente dal senno di poi, ma che contiene profonde verità sull’andamento delle operazioni nei primi mesi del conflitto, operazioni che videro coinvolte anche le genti del Litorale, travolte da un imprevisto e diverso andamento della guerra causato da una imprevista capacità dell’esercito russo nell’organizzare lo schieramento, dall’esitazione dei tedeschi nel portare a compimento il piano per l’aggiramento di Parigi e nella conseguente sconfitta davanti a Leopoli delle armate austro-ungariche, ancora non ben supportate dai tedeschi in ritirata nella Prussia Orientale. Ma fu Franz Conrad von Hötzendorf a pensare la linea di resistenza davanti a Cracovia, linea che permise alle sue armate di fermarsi e riassestarsi per le successive offensive, così come fece il suo rivale alla fronte italiana, Luigi Cadorna, creando la linea del Grappa che nel 1918 rese impossibile il successo alle ormai stremate forze della Duplice Monarchia. Ma allora Conrad non ne era più il comandante.
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