Monfalcone, nasce la sala intitolata a Cicciarella: «Mai più morti a Portorosega»

Familiari, amici, colleghi, istituzioni e imprese all’inaugurazione dello spazio dedicata al lavoratore scomparso 20 anni fa

Tiziana Carpinelli
La sala gremita all'inaugurazione (Bonaventura)
La sala gremita all'inaugurazione (Bonaventura)

Quando un uomo di 38 anni, che ha una donna con cui s’è appena accasato e un impiego in porto, un lavoro di fatica e orgoglio scelto per realizzare i propri sogni e progetti di vita, quando quell’uomo, in un giorno di bora scura, all’abitazione fresca d’acquisto non ci torna più perché è morto facendo il suo mestiere, può esserci solo una cosa: sgomento.

Al Porto di Monfalcone intitolata una sala a Franco Cicciarella, vittima del lavoro

Sono passati 20 anni dalla tragica scomparsa di Franco Cicciarella, l’ultima vittima di Portorosega, ma quell’annichilimento resta intatto nei tre fratelli, Corrado, Riccardo ed Emilio, nei familiari, negli amici, nei tanti colleghi che ieri hanno gremito la sala a lui dedicata. Uno spazio «che unisce tutta la comunità portuale – ha spiegato a margine il commissario dell’Authority Vittorio Torbianelli – dove ci si può ritrovare nella memoria di questo portuale che ha dato la vita nel lavoro e a imperituro monito: la sicurezza è al centro dei pensieri di tutta la collettività».

L’iniziativa, nella sua organizzazione, ha avuto la regia della Filt-Cgil con il segretario generale Saša Čulev gran cerimoniere, invitate anche le altre sigle Uiltrasporti (Bruno Fioretti) e Fit-Cisl (Giulio Germani). C’erano il segretario generale dell’AdspmAo Antonio Gurrieri, una rappresentanza della Capitaneria di porto, l’eurodeputata Anna Cisint, i terminalisti (Fhp, Midsea, Cetal, Alto Adriatico, Chiarcosso, aziende che si sono adoperate per la riuscita dell’evento), le Rsu, gli Rls e i lavoratori, tanti.

La mattinata ha preso avvio, otto minuti dopo le 11, quando Gurrieri ha scoperto la targa, seguita da un minuto di silenzio per tutte le vittime, dedicata a «quello che vogliamo sia l’ultimo deceduto in porto a Monfalcone: Franco Cicciarella», come spiegato da Čulev, il primo a ringraziare i familiari che «ci hanno concesso di arrivare a tanto».

All’inizio, come in seguito ha ricordato anche il fratello della vittima, Riccardo, non si voleva infatti inserire una piastra in memoria del portuale «né da parte della Compagnia portuale né della politica locale, forse non volevano riconoscere che i problemi del lavoro sono i nostri, della società». Ma ora qualcosa è cambiato e proprio l’intitolazione è stato «l’ultimo atto del mandato di Zeno D’Agostino», che fortemente l’ha voluta, come ha ricordato Torbianelli, e che ieri non ha potuto essere lì solo perché al rientro da una trasferta bloccato a Malpensa. Gurrieri dal canto suo ha ricordato che «l’infrastruttura più importante è il lavoratore», che non è una macchina perché «ha il cuore e noi col cuore siamo qui oggi», ha detto commosso.

La morte di Cicciarella, come ricordato dai familiari e da “Carico Sospeso coordinamento per un lavoro sicuro”, «non è stata casuale e imprevedibile», ma è avvenuta a condizioni di lavoro «alquanto difficili e forse pericolose: è stato investito, quand’era di spalle, da un grosso carrello elevatore in retromarcia, il tutto in una giornata di maltempo e bora scura, tanto che altre attività portuali a Monfalcone come a Trieste erano state sospese». «Forse si sarebbe potuto e dovuto fare qualcosa... ma prima, non dopo», hanno precisato.

I familiari, e prima ancora il fratello Riccardo nel suo discorso incentrato sulla sicurezza, hanno ricordato Franco con un toccante video, carrellata di foto da bambino e adulto, sempre ritratto assieme a chi gli ha voluto bene, sulla ballata “In un giorno di pioggia” dei Modena City Ramblers. La sala, prima uno spazio abbandonato, è ora bellissima: la porta arancione è un richiamo alla sicurezza, il blu al mare, il grigio alla fatica. A destra c’è la foto di Franco e ospita una mostra sulle immagini storiche di Portorosega. Cicciarella non è stata l’unica persona ricordata: nella seconda parte della giornata, i partecipanti si sono spostati su un’altra ala dove è stata inaugurata la sala sindacale Filt dedicata a Francesco Nerli, papà della legge 84/94, la riforma dei porti. A scoprire la targa, qui, la figlia Gaia, giunta apposta al Lisert. Con un’ulteriore placca è stato ricordato Maurizio Leghissa, storico delegato Cgil, mancato a gennaio: c’erano la moglie Fulvia e le figlie. L’evento s’è concluso col buffet all’ex ristorante del porto, offerto dalle aziende.

Riproduzione riservata © Il Piccolo