Franceschini: «Porto vecchio diverrà polo turistico nazionale»
TRIESTE Il governo italiano si prende in carico il processo di riconversione del Porto Vecchio di Trieste. Lo ha annunciato il ministro ai Beni e alle attività culturali Dario Franceschini in una breve conferenza stampa tenuta nel palazzo della Regione di piazza Unità nel corso della sua giornata triestina che lo ha portato in visita, oltre che allo scalo antico, al parco di Miramare e al teatro Verdi.
«Sarebbe già riduttivo - ha sostenuto il ministro - definire questo come un progetto nazionale, Trieste è uno scalo di rilievo europeo e nel Porto Vecchio grazie alla bellezza e alla dimensione degli edifici, all’enormità degli spazi, c’è l’opportunità di fare restauro vero, autenticamente creativo: già immagino cosa potrà diventare quest’area in mano a un grande architetto».
Operazione fuori portata però per una singola città di medie dimensioni e di scarsa propensione imprenditoriale. E qui sono arrivate da parte di Franceschini l’affermazione di peso e un’assunzione forte di impegni: «Il Porto Vecchio di Trieste è un progetto strategico per l’Italia. La Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune non verranno lasciati soli, il governo è pronto a entrare in campo».
Un’intenzione che aveva già incominciato a prendere corpo in un precedente colloquio al ministero con il sindaco Roberto Cosolini e la presidente della Regione Debora Serracchiani e che sembra essersi ancor più rafforzata in Franceschini ieri dopo che il ministro ha visto di persona, pur se in mezzo al degrado che avanza, i magazzini storici e gli affascinanti piazzali.
Il governo in realtà sembra già essere al lavoro. «Già da qualche mese siamo impegnati su questa prospettiva - ha svelato Franceschini - la proposta del mio ministero è che il Porto Vecchio di Trieste sia trasformato in uno dei grandi attrattori culturali e turistici italiani per i quali andare oltretutto a raccogliere risorse anche attraverso il Fondo sviluppo e coesione dell’Unione europea».
Innegabile, come ha sottolineato lo stesso ministro, che le risorse da trovare siano molte il che costituisce un problema da affrontare, come va evitato il pericolo di spezzettamenti: «Progetto complessivo e destinazioni finali - ha spcificato Franceschini - devono essere tenuti tutti all’interno di un disegno unitario e non vanno collezionati interessi per singole strutture».
Ogni riferimento a “spezzatini” del recente passato poteva sembrare voluto. «Serve un grande progetto univoco - ha ribadito il ministro - che ricolleghi il Porto Vecchio di Trieste all’obiettivo per cui è nato: grande porta dell’Europa centro-orientale sul Mediterraneo. In passato per il trasporto delle merci, oggi per funzioni nuove e diverse. Risorse e progettazione – ha concluso Franceschini - sono gli obiettivi che perseguiremo assieme (Governo e enti territoriali, ndr.) e penso che già nei prossimi mesi si potranno registrare passi avanti concreti e significativi».
Un’ora e mezza prima il ministro era arrivato, accompagnato dal presidente dei deputati del Pd Ettore Rosato, all’ex Centrale idrodinamica. Ad attenderlo il sindaco Roberto Cosolini, il prefetto Francesca Adelaide Garufi e il segretario dell’Autorità portuale Mario Sommariva. Successivamente si sarebbero aggiunti l’assessore regionale Gianni Torrenti, la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, gli assessori comunali Paolo Tassinari e Antonella Grim.
«Questo vuole essere il primo pezzo del futuro museo su Trieste grande città marinara - ha spiegato il sindaco Cosolini- abbiamo lo sterminato e straordinario patrimonio documentale del Lloyd Triestino con il quale faremo una prima mostra nel febbraio 2016, ma si potranno aggiungere anche i reperti attualmente al Museo del mare e non va dimenticato che la città può oggi vantare anche un Museo d’arte orientale che è piccolo, ma è un autentico gioiello che mette in mostra soprattutto ciò che marittimi e viaggiatori portavano dall’Oriente. Molte altre associazioni e aziende potranno contribuire all’arricchimento del museo a partire dalle Assicurazioni Generali. (Non va dimenticata oltretutto la ricca dotazione storica della stessa Autorità portuale, ndr.)».
Franceschini, costantemente informato da Cosolini, Serracchiani e Rosato, è stato “agganciato” anche dall’architetto Barbara Fornasir che gli ha riferito delle mostre già svolte nel Magazzino 26, oggetto di un costoso, ma parziale restauro che a propria volta è stato rapidamente visitato. Per parlare con le autorità, il ministro ha voluto appartarsi, ma si è captata qualche frase: «Musei e attrattive in Porto Vecchio potranno indurre anche molti più crocieristi a partire da Trieste».
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