Fra un mese sarà attivata la centrale a biomasse
di Francesco Fain
Ci vorrà un mese. Poi, la prima centrale a oli vegetali realizzata a Gorizia entrerà in funzione. Produrrà 38 megawatt di energia elettrica, contribuendo al fabbisogno energetico della nostra provincia e della nostra regione. L’investimento è di 40 milioni di euro.
Queste, in soldoni, le caratteristiche dell’impianto realizzato nell’area del Consorzio di sviluppo industriale e artigianale (Csia) di Gorizia. A parlarne è il promotore Giuseppe Fiannacca che non nasconde le difficoltà burocratiche che ha incontrato l’iniziativa in questi anni, tanto da sentirsi oggi come un alpinista che ha raggiunto la vetta dopo un’immane fatica.
Ingegner Fiannacca, a che punto siamo?
La centrale che abbiamo realizzato nella zona industriale di Gorizia è in fase di collaudo e conseguentemente di consegna al committente. È un concentrato di sistemi e tecnologie che intereagiscono senza interferenze e garantiscono affidabilità e sicurezza. Per le scelte tecniche avanzate che abbiamo fatto, se si girasse il mondo intero, in questa tipologia di impianto non si potrebbe migliorare nulla, poichè è stata impiegata la migliore tecnologia disponibile. Entro la fine di febbraio prossimo l’intero impianto sarà in esercizio commerciale e contribuiremo con la nostra produzione agli impegni sottoscritti dal nostro Paese in merito ai trattati ambientali.
Quali strascichi occupazionali avrà la vostra iniziativa imprenditoriale?
L’organico sarà composto da quattordici specialisti, in parte già selezionati e già in organico e in parte da individuare per il completamento dello stesso in prossimità dell’entrata in esercizio commerciale.
Qual è l’esatta tipologia dell’impianto?
È una centrale riconosciuta dal Gestore del sistema elettrico (Gse) alimentata da fonti rinnovabili poiché utilizza la biomassa liquida proveniente da semi oleoginosi di varia natura (palma, jatropha, girasole, colza, etc.) e quindi si tratta di una fonte che si rinnova, contrariamente a quanto avviene con le fonti fossili (petrolio, gas, carbone) . Le fonti rinnovabili sono di origine solare, ad esclusione della geotermica e quella delle maree, anche se per un pò c’entra anche il sole. È la stella centrale del nostro sistema planetario che le produce, direttamente o indirettamente, mettendo in moto vari meccanismi atmosferici: pioggia, fiumi, vento, onde, correnti marine, biomasse fanno parte di quei fenomeni della biosfera terrestre che sono azionati dal sole.
Quali saranno i benefici?
Quelli immediati sono occupazionali, gli altri sono culturali, quelli consequenziali saranno lo sviluppo di accordi informali, ma esistenti, con l’Università di Trieste per studiare quelle forme innovative che solo la ricera potrà generare.
Quando si studia un investimento così cospicuo non bisogna fare alcun errore e quindi quando lo si presenta presso gli istituti di credito bisogna che ci siano numeri certi e non approssimati, la materia prima ha un peso importante nel processo: l’olio di palma è una commodity ed è quotato nelle borse di tutto il mondo, il valore quotidiano è certo e le oscillazioni note.
Chiudiamo con i costi.
Quando si investe nel campo della produzione dell’energia elettrica i parametri economici e finanziari diventano importanti: il nostro impianto ha una potenza installata di 38 Mw (può alimentare contemporaneamente 38.000 condizionatori, per esempio) e l’investimento è stato a quaranta milioni di euro, pressoché di un milione di euro per megawatt installato che è un parametro commercialmente congruo.
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