Fra ecoscandaglio e scialuppa è fermo l’aliscafo per l’Istria
TRIESTE Sarebbe dovuto ripartire ieri, invece - salvo sorprese - tornerà a collegare Trieste, Istria e Quarnero soltanto domani l’aliscafo Fiammetta M. della Liberty Lines. Perché risolto il problema del malfunzionamento all’ecoscandaglio, ne è insorto un altro - pare legato a una scialuppa di salvataggio - che ha imposto al servizio in partenza dal Molo IV del capoluogo giuliano alcune altre ore di stop.
La linea marittima destinata a collegare fino al 9 settembre Trieste con varie località istriane, e due volte alla settimana con Lussinpiccolo, era partita con qualche giorno di ritardo rispetto al previsto: il primo luglio anziché il 28 giugno. Lo slittamento - con il servizio sostitutivo di bus - era dovuto a questioni di carattere burocratico: l’equipaggio del Fiammetta M. non possedeva tutte le certificazioni professionali richieste per operare su servizi transfrontalieri. Lacuna che già aveva indispettito la Regione, che finanzia il collegamento e che ha dovuto assistere allo stop. Dal primo luglio l’aliscafo ha navigato fino al 13, giorno in cui il Fiammetta M. si è nuovamente fermato per un malfunzionamento dell’ecoscandaglio: la trapanese Liberty Lines ha tentato un intervento di emergenza, ritenuto tuttavia insufficiente dalla Capitaneria di Porto che per motivi di sicurezza ha preteso la sostituzione integrale dello strumento.
Neanche quella di ieri, giornata inizialmente prevista per la ripresa del servizio, è stata la data buona. Sembrava tutto pronto, con i problemi tecnici risolti e i certificatori a bordo per l’ispezione finale. Ma si è deciso poi per l’ulteriore slittamento, come comunicato dalla Samer cui Liberty Lines si appoggia per Trieste, «per ulteriori problemi che si spera a questo punto possano essere risolti nella giornata di domani (oggi nda.)».
Resta ottimista comunque il commento dell’assessore regionale a Viabilità e trasporti Graziano Pizzimenti, secondo il quale «pare che siamo giunti all’epilogo della vicenda; d’altro canto sono problemi che possono capitare, e mi riferisco agli imprevisti tecnici e amministrativi che l’armatore si è trovato a dover risolvere. L’importante è partire perché noi ci teniamo molto a questa tratta, per la mobilità transfrontaliera e per il turismo che beneficia di un collegamento veloce e alternativo alla viabilità su strada». Quanto a eventuali penali da pagare, «nel contratto sono previste – sottolinea Mauro Zinnanti, direttore del Servizio trasporto pubblico regionale e locale della Regione -: facendo due conti, se il servizio dovesse partire domani non ci sarebbe alcuna penale, dal giorno successivo certamente sì. Ma da quel che sembra l’ultimo problema riscontrato, pare legato a una scialuppa di salvataggio, dovrebbe essere risolvibile in tempi brevissimi».
A spiegare nel dettaglio l’accaduto è Paolo Spada, operations manager di Samer: «Agli ormai noti problemi di tipo amministrativo, del tutto risolti – commenta - si sono aggiunti quelli di tipo tecnico, si è dovuto intervenire sull’ecoscandaglio il cui perfetto funzionamento, in una tratta costiera come quella che vede impiegato l’aliscafo, assume un’importanza rilevante». L’intervento sull’ecoscandaglio – spiega Spada – «è terminato alle 13 di oggi (ieri, ndr) al cantiere Hannibal di Monfalcone. Poi sono cominciate le ispezioni del Rina e della Capitaneria di porto». Ispezioni che hanno portato alla scoperta del problema alla scialuppa di salvataggio e allo slittamento a domani. —
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