Fossa comune scoperta su un’isola dalmata

Rinvenuti a Licignana 214 cadaveri di soldati tedeschi e croati della Seconda guerra mondiale. Furono giustiziati dai titini

Per quasi 70 anni le ossa di 214 soldati tedeschi e croati liquidati dai partigiani di Tito nell’immediato dopoguerra (maggio 1945) sono giaciute in una fossa comune dell’isoletta di Licignana (Jakljan), nell’arcipelago di Ragusa, profondo sud della Dalmazia. Sapevano in tanti, specie gli anziani, che in quel bellissimo angolo di terra emersa era stata perpetrata una strage, ma nessuno ha voluto raccontare nulla alle competenti autorità, fino a quando il velo di omertà è stato squarciato dall’associazione Domobrano croato (Hrvatski domobran), che si è adoperata per la riesumazione dei resti delle vittime, sepolte lo scorso fine settimane al cimitero Boninovo di Ragusa. Due appartenenti all’associazione ragusea, Kuzma Stjepovi„ (deceduto l’anno scorso) e Zvonimir Kopor›i„ hanno i maggiori meriti per la verità che è stata fatta nei riguardi dei 214 militari che, dopo la disfatta dei loro eserciti, non avevano voluto arrendersi alle forze jugoslave. Durante la ritirata, i soldati si erano fermati a Trieste chiedendo protezione agli Alleati. Invece era accaduto il contrario, con i prigioneri consegnati ai partigiani e fatti partire su una nave salpata dal porto di Pola. Ai soldati era stato detto che sarebbero scesi sull’isola di Curzola e nelle Bocche di Cattaro, dove avrebbero dovuto lavorare per la ricostruzione della Jugoslavia, semidistrutta dal conflitto. Senza rispettare le convenzioni internazionali, i prigionieri erano stati invece portati a Licignana e qui uccisi a colpi di pistola alla testa, senza lo straccio di un processo. Le liquidazioni erano avvenute nel corso di una notte e in una cava di sabbia, situata nelle vicinanze del porticciolo. Gli isolani avevano udito gli spari, le urla di paura e i gemiti di quegli sventurati, che erano stati quindi sepolti nella sabbia e lasciati così per quasi sette decenni. Licignana è stata un’isola off-limits fino alla metà degli anni ’70, quando venne costruita una casa di riposo per bambini della Bosnia ed Erzegovina.

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