Forza Italia Trieste: «Le bandiere di Tito fuori dal corteo del Primo maggio». Riparte la polemica
TRIESTE Torna d’attualità la polemica su bandiere jugoslave e stelle rosse al corteo del Primo maggio. A sollevarla è Forza Italia, che ha presentato in Consiglio comunale un’interrogazione in cui chiede quali provvedimenti saranno attuati per impedire che ciò accada. Ma la mossa degli azzurri, per sindacati e opposizioni, «è solo un modo per distogliere l’attenzione dai 1.100 posti a rischio a Trieste». Il capogruppo forzista Alberto Polacco, a nome del gruppo consiliare, ha chiesto dunque al sindaco Roberto Dipiazza e agli «assessori competenti» di «sensibilizzare la cittadinanza» e di «fare appello agli organizzatori del corteo affinché persone con simboli lesivi della memoria storica della città vengano allontanate». Polacco si riferisce ai «simboli apologetici del regime di Tito» di cui «negli anni scorsi si è registrata la presenza». L’appello, sottoscritto anche dalla Federazione grigioverde, è stato fatto proprio dal vicesindaco Paolo Polidori: «Speriamo che gli organizzatori del corteo non accettino chi va lì per provocare». Il vicesindaco ha poi ricordato che, stando al Regolamento di Polizia urbana, entro sette giorni dal termine di feste e manifestazioni bisogna togliere striscioni e vessilli: il riferimento è alle «bandiere rosse che non devono rimanere sul Carso per mesi».
Il corteo è come di consueto organizzato dai confederali. Michele Piga, segretario generale Cgil Trieste, replica: «Per noi il 25 aprile è la festa della Liberazione e il Primo maggio quella del lavoro. “Lavoro, diritti e stato sociale” è il tema posto quest’anno dai sindacati a livello nazionale. Per quanto riguarda le bandiere, è una questione tutta triestina all’interno di una questione irrisolta. Anziché ricucire gli strappi si fomentano le differenze. Capisco che qualcuno sia abituato a proibire, ma è solo un modo per non parlare dei problemi del lavoro. A Trieste ci sono 1.100 posti a rischio. Il record di richieste per il reddito di cittadinanza dimostra che c’è un problema sociale urgente. Il Comune pensi a questi temi».
Sulla stessa posizione la capogruppo Pd Fabiana Martini: «Queste prese di posizione ideologiche altro non sono che armi di distrazione di massa». Per Open Sabrina Morena aggiunge: «La destra non solo svilisce i temi del lavoro ma, con il decreto Salvini, crea disoccupazione. A Trieste 200 operatori nell’accoglienza rischiano di finire per strada e non c’è un piano per riassorbirli. Trieste è stata liberata dall’occupazione nazista il Primo maggio del 1945 da antifascisti triestini e partigiani jugoslavi. In un secondo momento sono arrivate le truppe neozelandesi. Si tratta di una verità storica. Esiste un’esigua minoranza che la ricorda». Chi non entra nel merito è Dipiazza: «Il primo maggio vado a Rivolto a vedere le Frecce tricolori, per non vedere le bandiere jugoslave in piazza Unità. È la solita storia ogni anno. Ognuno espone le bandiere a proprio uso, come quelle della Palestina in Risiera. Poi finisce lì».—
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