Forza Italia lancia l’ultimatum a Tondo
TRIESTE. Il nuovo gruppo di Forza Italia riconosce a Renzo Tondo la leadership “consiliare”. Ma alla squadra, ora capitanata da Riccardo Riccardi, non basta. L’ex presidente della Regione deve decidersi: sta con i berlusconiani oppure con gli alfaniani del Nuovo Centrodestra? Non è un aut-aut quello dichiarato ieri prima da Bruno Marini e poi dallo stesso Riccardi, ma poco ci manca. Non lo è nei toni, ma la sostanza è questa. Nella conferenza stampa che sancisce in Consiglio regionale la nascita politica dei forzisti, in attesa del varo ufficiale, è Marini a esordire puntando dritto proprio sull’ex governatore, ora nel Gruppo Misto: «Una scelta la dovrà pur fare, lo dico sottovoce…», afferma il consigliere triestino che, tuttavia, assicura «collaborazione concreta con Ncd, perché la spaccatura non attiene il Consiglio». Ed è sempre di Marini la sottolineatura sulla leadership di Tondo, che circoscrive però nel perimetro di piazza Oberdan. Non oltre quindi, ora che la nuova formazione ha chiuso la partita dei coordinamenti, con un occhio alle possibili candidature per le europee e un altro per eventuali politiche a maggio.
Riccardi, incoronato sul campo capogruppo, con Rudy Ziberna vice, allarga il ragionamento. «L’appartenenza politica - spiega - è una decisione che attiene alla sfera personale, ma credo che Tondo debba decidere. Comunque comprendo la sua preoccupazione, si sente un po’ l’uomo di tutti - ragiona l’ex assessore -, l’uomo che unisce. Però ora qui nasce una nuova stagione e penso che ci siano dei momenti in cui alla fine si deve scegliere, anche perché nel centrodestra una separazione c’è stata. E rilevo che in Ufficio di presidenza del partito lui ha votato il passaggio da Pdl a Forza Italia…».
A proposito della vecchia sigla del predellino che gli alfaniani del Fvg hanno scippato ai berlusconiani, appropiandosi dell’etichetta di “Pdl-verso Nuovo Centrodestra”: Riccardi la rivendica. «Venerdì pomeriggio – rende noto - è arrivata una lettera di Verdini in cui dice che l’unico ad avere la disponibilità del marchio Pdl sono io». Cioè lui, il capogruppo, non Colautti, Ciriani e Cargnelutti. Prima o poi dovranno trovare una soluzione, anche perché - promette lo stesso Riccardi - «intendiamo costruire la nostra divisione senza strappi».
La squadra di forzisti, intanto, ieri si è presentata: oltre a Riccardi, Ziberna e Marini ne fanno parte Roberto Novelli ed Elio De Anna, ieri assente per motivi familiari. L’ex assessore alle Infrastrutture, neocapogruppo di Fi, si dimetterà dalla presidenza del Comitato regionale di Valutazione e Controllo. «Ma quell’incarico dovrà restare a noi», puntualizza. Probabile l’investitura a De Anna.
Il gruppo si è presentato, dunque, e ha affilato le armi, quelle che senza ombra di dubbio è pronto a sfoderare già da oggi, nella lunga maratona della Finanziaria. «Finora abbiamo fatto un’opposizione intelligente e responsabile - riprende Riccardi - che continuerà a non mancare. Non faremo ostruzionismo, ma non ci saranno sconti se la giunta andrà avanti con questa operazione di demolizione dei nostri provvedimenti, senza peraltro proporne altri. Mi riferisco ad esempio alla sanità. L’unica promessa mantenuta da Serracchiani - insiste il consigliere forzista - è l’aumento del 20% alla cultura, mentre ci troviamo con metà risorse per lavoro, economia ed edilizia. Per non parlare del welfare o dello specchietto del reddito di cittadinanza che ha fatto arrabbiare persino la Cgil…». «Una cosa mostruosa – gli fa eco Ziberna – Serracchiani sta creando false aspettative. È una giunta completamente ideologizzata, noi abbiamo cercato di collaborare in tutti i modi, ma abbiamo trovato soltanto chiusure». Di fronte a questo il centrodestra «sarà in grado di trovare coesione», garantisce Novelli. «Serracchiani è molto brava a fare spettacolo, ma si distrae dalle cose concrete. Osserviamo cosa stanno facendo su sanità e welfare - riflette -. È una forza di sinistra questa?».
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