Fornaio imprenditore con cento dipendenti
L’amore di Fontanot per il mestiere sbocciato a 14 anni «Il locale amato da Joyce coronerebbe la mia carriera»

«Riuscire a rilevare l’antica pasticceria Pirona rappresenterebbe per me il coronamento della carriera, sarebbe un vero onore». Paolo Fontanot, quarantaseienne triestino oggi presidente della categoria dei panificatori di Confartigianato, ha iniziato a sporcarsi le mani di farina e lievito già dall’età di 14 anni. Da allora la sua passione per la panificazione non si è mai interrotta. «Prima davo un aiuto in un’officina come elettrauto – ricorda – poi un giorno ho incontrato il proprietario di un panificio che mi ha offerto di andare a lavorare nel suo forno. Ci ho messo poche ore a decidere e dieci giorni dopo avevo già iniziato a fare il pane ed è scattato il colpo di fulmine con questo lavoro».
Fontanot oggi guida una società titolare di sei punti vendita: in Strada della Rosandra, via di Servola, in viale XX Settembre, in via Settefontane e altri due in via Giulia. Ha contribuito anche al rinnovo di Cremcaffè di piazza Goldoni, oggi gestito da un altro imprenditore, introducendo pure in quel tempio del caffè la vendita del pane. La sua attività dà lavoro a più di 100 dipendenti. «Ho origini umili, semplici – racconta –, mia madre faceva la casalinga e mio padre l’autista di autobus. Eravamo in tre fratelli e i nostri genitori ci hanno sempre insegnato a sudare per ottenere qualcosa e a dare agli altri prima di pensare a ricevere».
Prima di aprire nel 1997 il suo primo panificio, Fontanot ha lavorato come dipendente per diversi fornai in città, cercando di rubare ad ognuno i segreti del mestiere. «A 24 anni ho avuto un brutto incidente automobilistico – ricorda l’imprenditore –, ho realmente rischiato la vita e quando, dopo una lunga degenza, sono stato dimesso dall’ospedale, ho deciso che era il momento di dare una svolta alla mia vita e mi sono messo in proprio aprendo il mio primo panificio e punto vendita lavorando 20 ore al giorno, 7 giorni su 7 per riuscire a fare il salto di qualità». Da allora il suo brand “Il Pane Quotidiano” ha iniziato la sua inarrestabile ascesa aprendo, ad oggi, appunto sei punti vendita.
L’attività è divisa su due società: una dedicata alla gestione dei negozi e una alla produzione di pane e dolci. Assieme a realtà come l’ex panificio Romy e poi Viezzoli e Sircelli ha abituato i triestini al concetto allargato di panificio e pasticceria, con i punti vendita trasformati in veri e propri pubblici esercizi. «Il mio percorso non è stato semplice e il mio esempio può servire a molti per capire che per raggiungere un obiettivo servono rinunce, caparbietà, impegno e tanto amore per il lavoro che si fa». Il prossimo traguardo cui punta Fontanot è rilevare l’antica pasticceria Pirona. «Spero l’affare si concretizzi quanto prima – sostiene – per ridare vita a quel locale: vederlo chiuso è un sacrilegio». Tra i sogni di Fontanot c’è poi quello di far uscire il suo marchio dai confini nazionali, esportando il suo progetto anche Oltreoceano.
(l. t.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche