Forbici e bigodini vintage del parrucchiere “ritornato” dal passato

Duemila anni di acconciature. Compresi i bigodini di legno degli egiziani, ma passando anche per le piastre di ferro della spumeggiante Belle époque, da scaldare con uno specifico fornetto. D’epoca pure quello. Utensili che Maurizio Grison, 34 anni, parrucchiere proprietario di via Ghega di Green Leaf, Trieste hair and art boutique, utilizza ancora. Per i suoi clienti, certo.
Ma soprattutto per gli attori che sui set di film hollywoodiani, hanno bisogno di acconciature particolari, quando è necessario tuffarsi nel passato per un film d’ambientazione storica. Tra i suoi ultimi lavori nel backstage c’è “Kingsman 3” , in uscita il prossimo novembre. Un sogno che Grison aveva nel cassetto da parecchio tempo. Ha studiato alla Creative Media Skills a Londra (regalo della moglie, che lo spronato e che ringrazia sempre), dove ha incontrato Aldo Signoretti. Ovvero colui che ha trasformato Toni Servillo in Giulio Andreotti in “Il divo” , una delle tre superbe trasformazioni per cui è stato scelto per l’Oscar. “Signoretti è stato il primo ad aprirmi le porte nel mondo del cinema” , racconta Grison. In seguito ha avuto l’occasione di lavorare per “La Porta Rossa” assieme anche alla manager del suo studio Francesca Barbiero, mentre Michela Camba, sempre dello staff, ha lavorato per “Il ragazzo invisibile” . Ha poi collaborato a un film “Loro” di Sorrentino e ad altri. In queste occasioni Maurizio si occupa delle figurazioni. Apre il suo scrigno di utensili che va a cercare nei mercatini. Come quel ferro che, all’apparenza, assomiglia alle moderne piastre, ma in realtà risale agli anni ’20 del ’900. Ed è proprio con questo oggetto che, dopo aver approfondito la storia del costume, è riuscito a riproporre un’acconciatura della Belle èpoque, realizzata attraverso una pratica singolare, inserendo il ferro, con un beccuccio particolare, in un forno d’epoca o moderno. Per non rovinare i capelli, e quindi comprendere il giusto calore, il ferro viene prima provato da stilista su carta velina bianchissima oppure, ancor meglio per gli attori, sulla pelle dello stilista stesso.
Le occasioni per rubare il mestiere con gli occhi, Maurizio le ha avute e le avrà. A settembre in programma c’è una nuova produzione, ancora top secret. Quando Grison non è sul set, quattro giorni su sei li trascorre nel suo negozio, nato con un guizzo innovativo. «Siamo stati i primi dieci anni fa – sottolinea – un solo assolo prodotti di derivazione naturale, “cruelty free”. Abbiamo ricreato un ambiente insonorizzato e di totale relax, in cui coccoliamo i nostri clienti in modo molto informale, apprezzato anche dalle attrici, che preferiscono usare un colore naturale quando sono su un set a Trieste». Uno spazio in cui è proibito il gossip, le riviste sono molto selezionate (per dire, c’è National Geographic e Internazionale). E, quando Maurizio non c’è, non si preoccupa di lasciare il suo personale da solo, anzi. «Sono colleghi, tra cui c’è Arianna, la senior colorista, di cui mi fido. Non mi considero capo, anzi, ma voglio solo tramandare loro nuove tecniche». Dietro una porticina, in fondo al negozio, si scoprono infine altri aspetti molto interessanti. Il primo: Grison elabora parrucche a uncinetto.
E poi raccoglie i capelli. Per chi? Per “Un angelo per capello” , l’associazione che si occupa di realizzare parrucche oncologiche. È una onlus che accoglie le ciocche delle clienti: se acconsentono a un taglio di almeno 22 centimetri, il giovedì mattina questo lo offre Maurizio, si pagano solo shampoo e piega. «Un modo – conclude – per aiutare gli altri e per questo ringrazio tutti i clienti che già sono venuti a trovarci per questo motivo». –
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