Fontanot si ribella: «Un salto nel buio di nome annessione»

Il grande antagonista della partita della fusione, perché è stato il primo a scagliarvisi contro, arrivando allo scontrarsi verbalmente con diversi suoi colleghi democratici, è sicuramente Roberto Fontanot, sindaco uscente di Ronchi dei Legionari. Che fin qui ha ampiamente espresso il proprio parere sul maxi-comune, rivendicando l’identità del suo Comune a scapito di ogni intento aggregativo.
Sindaco, cosa dice ai suoi cittadini in vista del referendum di domenica prossima?
Innanzitutto di andare a votare e di esprimersi per il no. Anche se dopo l’ultima comparsata di Panontin si è senz’altro accentuata l’idea di esprimere proprio questa preferenza.
Perché?
Ho sempre avuto l’idea che la Regione fosse parte terza in questa faccenda. E invece no.
Cosa la porta a pensare ciò?
Panontin ci ha prospettato un’overdose di finanziamenti per la futura unione che in realtà non ci sono. Quando si dice che è pronto un pacchetto di milioni per gli enti, a mio avviso si tratta solo di spiccioli che serviranno sì e no a coprire i costi delle fusioni.
In che senso?
A Ronchi arriveranno lo 0,4-0,5% di quelle poste nell’arco di un anno, che sono nulla.
Ne è sicuro?
Ronchi non ha niente da guadagnare da questa fusione.
Perché?
Non esiste un piano strategico che prospetti cosa diventeranno i tre territori in ballo con la fusione. Tradotto: non sappiamo affatto cosa succederà. E dunque, a mio avviso, si tratta solo di un salto nel vuoto.
Quali ostacoli intravede?
Vi sarà senz’altro una diminuzione dei servizi per i residenti e, parallelamente, un aumento dei costi per gli stessi. Quanto alla rappresentanza politica, sicuramente quella di Monfalcone sarà schiacciante, mentre risulterà minoritaria per Staranzano e Ronchi dei Legionari, i comuni con minore popolazione ed elettorato.
Fosse altrimenti?
Ronchi e Staranzano avrebbero trovato interessante la fusione qualora la rappresentanza fosse stata adeguatamente garantita. Così, invece, è solo annessione. Si parla di quattro e due rappresentanti per ventotto esponenti. A monte si sarebbe dovuto fare un accordo. ..(t.c.)
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