Fontanini dichiara guerra a kebab e falafel
TRIESTE. Dopo i centri massaggi gestiti da cittadini di cinesi, nel mirino della Provincia di Udine retta dal leghista Pietro Fontanini finiscono ora take-away e ristoranti etnici. Locali che, per l’amministrazione provinciale, vanno sottoposti a controlli ben più rigorosi di quelli attuali, per verificare che alimenti utilizzati e pietanze servite rispettino tutti i requisiti prevosti dalla norme igienico-sanitarie poste a tutela dei consumatori. «Non siamo mossi da pregiudizi nei confronti delle attività gestite da extracomunitari – premette Fontanini –. Cucina etnica non vuol dire cibi avariati o contaminati, noi intendiamo tutelare però la salute di tutti coloro che, italiani e non, vanno a mangiare in questi ristoranti o take-away».
L’iniziativa annunciata dall’ente è, appunto, all’insegna della salvaguardia igienico-sanitaria: «Dal momento che i locali italiani e quelli friulani sono frequentemente visitati dalle autorità preposte a svolgere i controlli, Aziende sanitarie e militari dell’anti-sofisticazione, mi auguro che le stesse modalità e la stessa frequenza adottate nei confronti dei locali made in Italy o made in Friuli vengano applicate anche nei confronti di kebab e attività etniche, dai cinesi ad altre tipologie di cucina esotica, in nome di un principio di pari trattamento».
Secondo Fontanini a essere del tutto intollerabile «è il mancato rispetto delle leggi e della salute dei cittadini in un settore delicato che riguarda il benessere di tutti, a fronte di fenomeni dove da altri Paesi si importano prodotti ma non sempre igiene e rispetto del cliente».
A Venezia ad esempio, ricorda il leghista, controlli serrati condotti in due mesi da parte dei Nas hanno portato a denunciare situazioni definite dai carabinieri di «grave carenza igienico-sanitaria». Per questo Palazzo Belgrado ritiene opportuno che si verifichino anche in Friuli «non solo gli ambienti e gli strumenti di lavoro, la freschezza dei prodotti, il tipo di carne utilizzata, affinché vi sia l’etichettatura per riconoscere la provenienza, ma anche il tipo di conservazione degli alimenti. Le eventuali irregolarità che dovessero emergere vanno punite con sanzioni pesanti, perché - conclude Fontanini - non si scherza con la salute e con i requisiti igienico-sanitari in nome della tutela della salute pubblica. Pare strano che nel nostro territorio sia tutto in regola...».
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