Fondo Trieste, «Critiche al Fondo Trieste come se nessuno sapesse...»
«Mi sorprendono tutte queste prese di posizione sul Fondo Trieste, posto che molti di quelli che oggi ne parlano hanno fatto parte della Commissione. È mancata una visione strategica? Vero, ma ciò non va imputato al Fondo in quanto strumento: qui c’è una tendenza forte a sostenere singoli progetti senza visione di interconnessione, di strategia globale. E ricordo anche che nella Commissione sedevano tanto gli enti locali quanto partiti di entrambi gli schieramenti». Insomma, «adesso pare che nessuno fosse al corrente di quanto veniva fatto...»
Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia che ha guidato la Commissione Fondo Trieste dal 2006 al 2008, non ci sta. «Dai teatri agli ospedali, con il Fondo si sono realizzati una miriade di interventi importanti.Non è vero che i soldi siano stati spesi male», attacca. E anzi, «queste posizioni - non rispettose di quanto fatto - non giovano a nessuno. Semmai nel tempo non è stata data sufficiente comunicazione di quanto realizzato».
Ma i soldi distribuiti a pioggia? «Certo li si sarebbe potuti usare in altro modo - riconosce la presidente - ma era nell’ordine delle cose. E in anni recenti gli stanziamenti per sociale, sport, parrocchie costituivano anche una camera di compensazione a fronte del taglio di risorse avuto a livello regionale. Anche su questo c’è sempre stata condivisione in Commissione».
Ad ogni modo, Bassa Poropat vuole ricordarlo: «Quando sono arrivata, nel 2006, ho inteso dare un segnale di ritorno allo spirito originario del Fondo incrementando i trasferimenti su economia, porto e ricerca e rivedendo la distribuzione tradizionale del 50% del Fondo a favore di altre iniziative. Quanto alla ricerca, ricordo di avere portato all’attenzione la necessità che non fossero i singoli membri della Commissione, bensì - in base alle competenze - l’Università a decidere sugli stanziamenti».
Un altro aspetto rileva Bassa Poropat: «Forse il vero nodo è quello dei fondi perenti», non utilizzati. «E anche questo non era un problema del Fondo, bensì di chi nelle varie sedi amministrava le risorse. Paradossalmente proprio i soldi che andavano ai “piccoli”, alle strutture del sociale e sportivo, venivano puntualmente rendicontati». Non così in enti e istituzioni? «Io stessa ricordo ho dovuto istituire una sorta di task force interna alla Provincia, quando ne sono divenuta presidente, per recuperare risorse all’ente destinate ma poi non rendicontate». Infine, il libretto mai pubblicato: «Non è vero, come sostiene Bruno Marini, che non lo si pubblicò per non far sapere a Roma quanti soldi erano arrivati. Semplicemente, all’epoca iniziava la campagna elettorale. Pareva inopportuno esporre il Fondo a strumentalizzazioni». Fondo comunque «utile, che a Trieste ha lasciato un segno». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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