Fondi pubblici intascati per ricerche inesistenti

Maxitruffa perpetrata da un’azienda con sede operativa all’Area science park: i contributi dalla Regione finivano ad altre società
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 26 05 05 - Area di Ricerca - Panoramica da edificio R3
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Si chiama Tecnovia Srl. La sede legale è a Bolzano, quella operativa all’Area di ricerca di Padriciano. Ruota tutta attorno a questa azienda una maxitruffa scoperta dalla Guardia di finanza. Indagati dal pm Federico Frezza l’amministratore unico della società Fabio Palmieri, 51 anni, abitante a Bolzano; e due docenti universitari, Alfonso Carlo Antonio Russi, 55 anni, di San Severo in provincia di Foggia, amministratore delegato della stessa società, e Luciano Blois, 56 anni, abitante a Perugia.

La Tecnovia Srl - così appare sul relativo sito internet - è una società formata da professionisti e opera prevalentemente nei settori della valutazione di impatto ambientale, dell’ingegneria naturalistica e della programmazione e pianificazione territoriale e ambientale. Secondo le indagini coordinate dal pm Federico Frezza i tre accusati assieme a un complice hanno ottenuto contributi per centinaia di migliaia di euro dalla Regione con lo scopo di effettuare dei progetti di ricerca che in realtà - è stato accertato dagli investigatori durante le indagini - erano inesistenti. Insomma: vere e proprie truffe. Perché la Regione pagava e i soldi andavano a una società che in realtà non aveva fatto alcuna ricerca.

In particolare, dalle indagini è emerso il nome di un’altra azienda. Si tratta della Demetra Spa di Perugia che fa riferimento al professor Luciano Blois. In sostanza nel corso delle indagini gli investigatori hanno scoperto un vorticoso giro di fatture proprio tra Demetra e Tecnovia.

Il primo filone d’indagine porta la data del settembre 2008. Palmieri come legale rappresentante della Demetra e Russi come firmatario della documentazione avevano presentato una domanda di contributo della somma di 190mila euro alla Regione relativa al progetto di ricerca Rlm Landscape. Tutto ciò sostenendo che la ricerca stessa sarebbe stata affidata per intero a Demetra. Ma in realtà questa società è poi risultato non aveva fatto proprio nulla.

Non solo: il denaro era stato pagato a Tecnovia dopo che era stata detratta una cifra del 14 per cento trattenuta dalla stessa Demetra dopo essere transitata attraverso un’altra società collegata, la Iride Srl.

Il secondo filone dell’inchiesta riguarda una domanda del 2004 relativa al progetto di ricerca Iso-Emas. Spesa previsata 220mila euro. Chi ha pagato è stata sempre la Regione. Ma anche in questo caso, secondo gli accertamenti della Guardia di finanza, la ricerca non era mai stata effettuata dalla società alla quale era stato affidato il progetto. I soldi dopo essere stati versati a Demetra erano poi stati girati all’altra società, la Tecnovia dopo ovviamente aver detratto il 14 per cento.

Infine, Luciano Blois è stato accusato dal pm Frezza anche di aver emesso, in qualità di legale rappresentante di Demetra, una lunghissima serie di fatture per operazioni inesistenti. Della stessa accusa è stato chiamato a rispondere anche Fabio Palmieri, legale rappresentante dell’altra società che aveva la sede operativa in un locale del comprensorio dell’Area di ricerca.

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