Fondi pubblici alla “scuola” che costa 650 euro a iscritto
TRIESTE. Da oltre duemila anni la filosofia riflette sul tema del danaro. A modo loro si sono confrontati con l’argomento anche gli organizzatori attuali del festival FilosofiaGrado, che nel giro di un anno hanno alzato il prezzo di partecipazione alla scuola estiva da 65 a 650 euro (ridotta a 500 per gli studenti). Una tariffa niente male per una manifestazione che ha ricevuto un finanziamento di 10mila euro dall’assessorato alla Cultura della Regione.
La storia è curiosa e un tantino intricata: partiamo dal principio. FilosofiaGrado è un festival culturale di ampio respiro che nasce nel 2012, organizzato dal Laboratorio di Filosofia Contemporanea di Trieste, e che l’associazione Noesi eredita nel 2013. Gli appuntamenti si svolgono in diversi luoghi fra Grado, Aquileia, Cervignano. I nomi dei relatori del festival sono di primo piano per il panorama filosofico italiano, da Vito Mancuso a Pier Aldo Rovatti. A partire dal 2013 l’offerta si arricchisce con una “Summer school di filosofia e teoria critica”, rivolta soprattutto agli studenti, cui si può partecipare versando una quota di 45 euro (65 per non studenti). Le collaborazioni includono tra le altre la Società Filosofica del Friuli Venezia Giulia e l’autorevole rivista filosofica Aut Aut, e godono di un finanziamento da parte della Regione.
Il 2014 è l’ultimo anno in cui l’evento si svolge secondo questa formula, mentre il festival cambia nome in “Pensieri di confine” e la scuola si svolge indipendentemente da esso. Nel 2015 il presidente di Noesi, Giuliano Soardo, ha deciso di mantenere la scuola estiva, anche se il sistema adottato è alquanto differente. Se andiamo sul sito di FilosofiaGrado (www.filosofiagrado.it) vediamo pubblicizzato un unico evento avvenuto nel luglio scorso, la conferenza “Il fascino dell’Islam radicale” del sociologo Renzo Guolo ad Aquileia. L’appuntamento è più o meno l’unico evento di rilievo di “Pensieri di confine”, ovvero una delle due motivazioni che hanno portato la Regione a concedere il finanziamento. L’altro motivo è, appunto, la “Summer school”.
Se seguiamo il link del sito a quest’ultimo argomento veniamo però rimandati a un altro portale, issogrado.com, in cui scopriamo che la scuola è stata ribattezzata “International summer school in ontology”, in breve Isso. Isso è qualcosa di molto diverso dalla vecchia scuola di FilosofiaGrado: in primis costa circa dieci volte tanto, tra i 500 e i 650 euro appunto. È cambiato il team: oggi i coordinatori scientifici sono Marco Piasentier e Andrea Soardo (figlio del presidente di Noesi). Sono cambiati i partner: il Laboratorio di filosofia, la rivista Aut Aut e la Società filosofica del Fvg non sono più tra i sostenitori dell’evento, sebbene fino a poche settimane fa (a evento in corso) i loro loghi figurassero ancora sul sito di FilosofiaGrado (ora sono stati rimossi). La scuola si è svolta a fine agosto sull’Isola del Sole e ha visto partecipare nomi di statura europea: tra tutti l’italiano Giorgio Agamben, autore di “Homo sacer”, e il francese Francois Laruelle, arciavversario del celebre connazionale Alain Badiou. Come comunicato dagli organizzatori, gli iscritti erano 35, con un incasso che si aggira sui 20mila euro. I soldi andavano versati sul conto di una banca di Cervignano intestato a “Noesi FilosofiaGrado”. Si prospetta quindi il quadro di un’iniziativa molto più privata e profittevole di quelle degli anni precedenti. Che come quelle, però, ha goduto di finanziamento pubblico. Sono tempi in cui manifestazioni, anche d’alto livello, restano senza fondi.
Come mai un ente pubblico dovrebbe finanziare un evento esclusivo, poco accessibile al cittadino? Risponde il presidente di Noesi Soardo: «Abbiamo fatto la scommessa di organizzare una scuola di interesse internazionale che ha dato lustro a Grado. È costato molto. Da un punto di vista imprenditoriale, in senso lato, poteva essere un flop, invece è andata bene. Ci stava che la Regione desse un fondo minimo per lanciare l’iniziativa, se dal prossimo anno ci chiederanno di autofinanziarci andrà benissimo». Scrive Arthur Schopenhauer: «Il denaro è il bene assoluto perché non solo soddisfa un bisogno in concreto ma il bisogno in genere, in astratto».
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