Fondi ai giornali delle minoranze: no bipartisan ai tagli targati M5S
Primorski a rischio, Rojc interroga Conte. Dipiazza contatta il ministero. Fedriga: sì alle tutele
TRIESTE Un coro bipartisan si alza a difesa del Primorski dnevnik, a seguito dell’emendamento sui tagli all’editoria proposto nella Legge di bilancio. Il provvedimento minaccia la sopravvivenza non solo dell’unico quotidiano sloveno in Italia, ma anche di tutte le testate che sono espressione delle varie minoranze linguistiche. Sul tema la senatrice Pd Tatjana Rojc, la prima a lanciare l’allarme con i dem Rosato e Serracchiani, ieri ha presentato un’interrogazione urgente al premier Giuseppe Conte: «Se l’emendamento del M5s passasse chiuderebbero tutti i giornali della minoranza. Il governo spieghi quali provvedimenti intende attuare per un immediato ripristino dei finanziamenti, se ciò si verifica».
Il provvedimento in questione è l’articolo 59-bis, proposto dal vicepresidente M5S alla Camera Adriano Varrica: ieri è stato ammesso all’iter della commissione Bilancio. Se ne passerà il vaglio, sarà quindi discusso in Aula. Ma i tagli erano già stati annunciati in precedenza dal sottosegretario all’Editoria Vito Crimi. Restando in Parlamento, il deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin si è detto «profondamente angosciato per questa deriva, che rischia di mettere in pericolo i principi fondanti della democrazia nel nostro Paese». Da Bruxelles l’europarlamentare Isabella De Monte annota come «il M5S vuole zittire la stampa, per spianarsi la strada nel suo piano di graduale smantellamento del sistema democratico. È un attacco grave alla libertà di stampa e alle minoranze linguistiche».
Il presidente Fvg Massimiliano Fedriga, uomo della Lega vicino al vicepremier Salvini, si impegna a «sensibilizzare» il governo sul tema. L’ha dichiarato ad Adn Kronos: «Spero solo siano tutelate le minoranze linguistiche. Sono d'accordo a fare un'attenta valutazione sui fondi all'editoria. Ma le minoranze, come quella slovena, vengano tutelate». Il Primorski ha anche il supporto dell’amministrazione comunale di Trieste: il sindaco Roberto Dipiazza ha contattato il ministero e il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli, oltre che lo stesso Fedriga, e ha incontrato il direttore del Primorski Dnevnik.
Il console generale della Slovenia a Trieste Vojko Volk si dice «molto preoccupato. È a rischio tutta la stampa slovena in Italia: una tragedia. Quello che un po’ ci rasserena è la grande risposta da parte del Friuli Venezia Giulia. Ma del provvedimento si parla anche oltreconfine: la diplomazia funziona. Il ministro degli Esteri Karl Erjavec sarà in visita a Roma il 28 novembre e porteremo la questione sul tavolo».
Diverse le reazioni da parte della comunità slovena. L’ex deputata Tamara Blažina, che ha contribuito alla stesura dell’attuale legge sull’editoria, assicura che «la gestione dei fondi è stata razionalizzata, con la collaborazione di tutti i gruppi politici. Se l’emendamento passa, è un attentato alla democrazia. Il pluralismo dell’informazione riguarda tutti i cittadini». Livio Semolić, segretario regionale Skgz-Unione culturale economica slovena, definisce il provvedimento «irricevibile, incommentabile». L’ex sottosegretario di Stato Milos Budin si associa «a quanto detto dalla senatrice Rojc e non solo: è un fatto inconcepibile». L’Assostampa Fvg intanto in un comunicato denuncia che «vogliono far tacere il Primorski Dnevnik».
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