Fondi a pioggia, resta “impigliato” Dipiazza

E’ rimasto solo, con la candela in mano, l’ex sindaco Roberto Dipiazza. Per tutti i “suoi” assessori che avevano detto si alla distribuzione a pioggia di 190 mila euro di denaro pubblico destinato a società sportive, sindacati di poliziotti in pensione e stazioni radio commerciali, il pm Federico Frezza ha infatti chiesto l’archiviazione dell’indagine. Sono già usciti di scena per decisione del giudice Enzo Truncellito gli ex assessore Gilberto Paris Lippi, Massimo Greco, Michele Lobianco, Carlo Grilli, Paolo Rovis, Giovanni Battista Ravidà, Marina Gruden Vlah ed Enrico Sbriglia. Secondo il magistrato inquirente non sono incriminabili perché il 20 dicembre 2010 avevano votato quasi automaticamente la delibera 580, presentata in giunta proprio dall’ex sindaco. In sintesi il loro era stato un «si» pronunciato sulla fiducia, per disciplina di giunta.
Ad uno ad uno, gli ex assessori sono così usciti in punta di piedi dall’indagine. Lo hanno fatto esattamente come i componenti dell’orchestra che nel 1772 eseguì per la prima volta la “Sinfonia degli addii” composta da Franz Joseph Haydn per il principe Estherazy. Ad uno ad uno gli assessori hanno smesso di suonare e hanno spento la candela sul proprio leggio. Solo l’ex sindaco ha continuato a rimanere in scena ed è il solo ex amministratore comunale a essere ancora annotato sul registro della Procura: ipotesi di reato, abuso d’ufficio. La sua situazione resta in precario equilibrio dal momento che è stato proprio lui a proporre in giunta l’approvazione della delibera 580.
I 190 mila euro sono stati elargiti a società bocciofile, a radio private, a una testata giornalistica che dalla carta stampata è migrata più di dieci anni fa sul web, a un Club delle libertà in rapporti strettissimi con il partito di Silvio Berlusconi. Ma anche a circoli culturali, associazione onlus, a gruppi dopolavoristici e parrocchiali. In totale 88 beneficiari a cui la delibera ha assegnato somme variabili dai 500 agli ottomila euro.
La Guardia di Finanza ha cercato di verificare quali criteri di ripartizione fossero stati adottati per dividere il denaro. Non hanno trovato uno straccio di motivazione per cui a una società bocciofila erano stati regalati cinquemila euro e a un’altra solo 1500. Tutto era apparso ed è rimasto nel vago, come se i 190 mila euro fossero appartenuti a un benefattore privato che non doveva rispondere ad alcuno delle proprie scelte.
L’invece quei soldi erano pubblici, ed erano usciti dalle tasche dei contribuenti. Nè un sindaco, nè una giunta poteva deciderne arbitrariamente la destinazione finale. I criteri con cui erano stati pronunciati i «si» o i «no», avrebbero dovuto essere espliciti, chiari e cristallini.
Durante la perquisizione i militari della Guardia di finanza avevano trovato in Municipio un brogliaccio dove accanto ai nomi della società poi “prescelte” era apposta una stellina. Le altre, quelle rimaste a bocca asciutta, ne erano invece prive. In sintesi una “lista nera” di cui, se verrà rinviato a giudizio l’ex sindaco dovrà rispondere al Tribunale.
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