Fondazione musicale, salvezza appesa a un filo

Oggi si saprà se la Regione garantirà il contributo da 300mila euro necessario a coprire parte dei debiti Agli altri 300mila dovrebbe far fronte il Sistema Gorizia
Di Roberto Covaz

Cinquecentottanta mila euro per il cda, 600mila per la Regione. Chi offre di più? Si è persa la contabilità del debito della Fondazione musicale Città di Gorizia. In queste ore in Consiglio regionale, tra emendamenti(Ziberna) e altri escamotage, si cercherà di infilare nella Finanziaria la bellezza di 250mila euro - ma altre fonti parano di 300mila - per il salvataggio della scuola. A patto che il Sistema Gorizia (Comune, Provincia, Fondazione Carigo e Camera di commercio) tirino fuori altri 300mila.

Il quadro è sostanzialmente questo. I soldi della Regione servirebbero a pagare gli stipendi arretrati e altri “debitucci”. Quelli del Sistema andrebbero invece a coprire l’acquisto per circa 250mila euro di strumenti e altri beni mobili della Fondazione musicale. Gli strumenti sarebbero poi girati alla stessa Fondazione musicale in comodato d’uso gratuito. Un giro piuttosto arzigogolato. Ma tant’è. Dal Sistema dovrebbe sfilarsi la Provincia. Il presidente Gherghetta ha annunciato pubblicamente che non metterà più un euro per la scuola di musica. C’è poi il ruolo della Fondazione Carigo, la quale avrebbe il suo bel da fare a spiegare come si coniuga la mission sociale con l’acquisto di strumenti musicali. Si dirà che in tal modo saranno salvati alcuni posti di lavoro, tra i quali quelli di docenti che insegnano tre ore alla settimana per uno stipendio di mille e rotti euro al mese: fanno 83 euro all’ora. Pure della Camera di commercio del nuovo presidente Gianluca Madriz riesce difficile cogliere il senso della partecipazione al salvataggio. Se la Fondazione dovesse essere salvata ripartirebbe comunque con un nuovo assetto sociale e finanziario. Il sindaco Romoli ha annunciato che soltanto nel caso la Fondazione musicale riuscisse a mantenersi con le proprie forze avrebbe speranza di proseguire nell’attività. L’attuale cda (veri e propri commissari) non vede l’ora di mollare la grana. Vada come vada i documenti finiranno dritti in Tribunale e non è detto che qualche componente di precedenti cda abbia già provveduto a farlo. Dalla Regione c’è solo una non immediatamente comprensibile dichiarazione dell’assessore alla Cultura, Gianni Torrenti: «La Regione Fvg intende fare la sua parte solo dopo essere stata messa in grado di valutare gli interventi economici degli altri enti coinvolti e le risorse necessarie in futuro, tenendo presente i principi di concorrenza fra le scuole e le competenze che ciascun ente locale ha nei loro confronti. Pertanto, pur rendendoci conto dell'urgenza del problema, riteniamo che bisogna trovare tutti assieme, ciascuno per la sua competenza e nel rispetto delle leggi vigenti, sia le risorse per salvaguardare i diritti dei creditori sia per una nuova ristrutturazione della scuola stessa, radicalmente diversa da quella che ha dimostrato di non essere in grado di reggersi». Oggi la sentenza.

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