Fondazione Carigo, tre nomi in lizza per il dopo Demartin

Il nuovo consiglio di amministrazione indicherà il presidente. Favorito Bergamin con Marinelli e Orzan
Roberta Demartin
Roberta Demartin

TRIESTE Sta per chiudersi l’era di Roberta Demartin alla guida della Carigo. È la terza presidente della Fondazione dopo la lunga reggenza di Franco Obizzi (che attualmente occupa il ruolo di presidente emerito) e di Gianluigi Chiozza.

Avendo in passato già svolto un mandato quale componente del Consiglio di indirizzo, non può in alcun modo venir rieletta. Tra i nomi in lizza per la sua successione troviamo quelli di Alberto Bergamin (che, al momento, pare il favorito), Roberto Marinelli e Sergio Orzan. Il nuovo consiglio di amministrazione, secondo quanto prevede lo Statuto, sarà composto “dal presidente e da quattro consiglieri, nominati dal Consiglio di indirizzo”. Di recente è infatti intervenuta una modifica statutaria che ha portato da un massimo di sette a cinque i componenti del cda. Ad oggi, tuttavia, sono sei: Marino Zanetti si è dimesso nel gennaio 2019, quand’era vicepresidente; è stato invitato a ricoprire il suo ruolo Georg Meyr che era già uno dei sette componenti del consiglio di amministrazione.

Nemmeno Meyr, comunque, potrà venir rieletto, essendo pure lui al secondo mandato, né potranno venir rieletti, sempre per lo stesso motivo, Luigi Capogrosso Sansone e Leonardo Tognon. Gli unici due componenti del cda che risultano ricandidabili sono quindi Bruno Pascoli (espressione del Comune di Gorizia, attraverso il complesso meccanismo delle terne, quand’era sindaco Ettore Romoli) e Gianluca Trivigno, proposto dal Comune di Monfalcone, quando a capo della giunta c’era Silvia Altran.

Da poco, invece, sono stati nominati i diciassette componenti del nuovo Consiglio di indirizzo. Lunedì si insedieranno per diventare, a tutti gli effetti, operativi. Tra quelli proposti dal Comune di Gorizia, sempre attraverso il sistema delle terne, ci sono Francesco Devetag e Anna Pettarin, mentre per il Comune di Monfalcone c’è Sonia Lucilla Travain.

A leggerne i nomi, Diego Abenante è emanazione dell’università di Trieste, Pietro Becci del Comune di Gradisca, Fabrizio Russo della Regione, Roberto Marinelli degli Ordini professionali, Elisa Ambrosi e Giorgio Pellizon della Camera di Commercio.

Sempre all’interno del nuovo Consiglio di indirizzo, figurano poi Alberto Bergamin, Marco Braida, Paolo Buzzulini, Luca Perrino e Mauro Turus scelti tra quelli proposti dal mondo associativo, mentre Marco Bressan, Francesco Marangon e Sergio Orzan sono stati eletti per chiara fama.

Di questi diciassette nomi, nove sono riconferme (Bergamin, Braida, Bressan, Buzzulini, Marangon, Marinelli, Perrino, Travain, Turus), i restanti otto risultano, invece, new entry. Va inoltre osservato che i tre che, al momento, risultano favoriti per assumere la carica di presidente della Fondazione Carigo (appunto, Bergamin, Marinelli e Orzan) sono quindi tutti interni al nuovo Consiglio di indirizzo: in quello precedente, che la Fondazione ha da poco ringraziato per il prezioso lavoro svolto, facevano parte, inoltre, Elda Felluga, Franco Loru, Ariano Medeot, Elisabetta Pontello, Sergio Signore, Giulio Valentini, Nicoletta Vasta e Livia Zucalli.

L’attuale cda è destinato a restare in carica fino all’approvazione del bilancio 2020. Contestualmente all’approvazione del bilancio ci sarà la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, del suo presidente e del Collegio sindacale che attualmente è formato da Gabriella Magurano (presidente), Bruno Gomiscech e Angelo Lapovich. Direttore generale della Fondazione, dal 2016, è invece Rossella Digiusto che, tuttavia, non sarà soggetta ad alcun rinnovo e potrà quindi continuare ad occupare regolarmente il suo posto di lavoro. Ma la battaglia, soprattutto, riguarderà la presidenza ed è una battaglia destinata a diventare nell’immediato futuro particolarmente aspra, alla luce dell’importanza dell’incarico e del prestigio della Carigo e anche di una imminente tornata elettorale che coinvolgerà, fra fine anno e il 2022, molti comuni dell’Isontino. A partire da Gorizia e Monfalcone. —


 

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