Foibe, è pace Roma-Lubiana. Mattarella risponde a Pahor

LUBIANA. Tra Italia, Slovenia e Croazia scoppia la pace. Dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi dovute alle dichiarazioni di domenica 10 febbraio, Giorno del ricordo, davanti alla Foiba di Basovizza da parte del ministro degli Interni Matteo Salvini e del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani («Viva Trieste italiana! Viva l’Istria e la Dalmazia italiane!») quella che è stata una vera e propria crisi diplomatica ha trovato la sua soluzione.
A sbrogliare l’intricata matassa con Lubiana e Zagabria ci hanno pensato le lettere spedite da Tajani al ministro degli Esteri della Slovenia Miro Cerar, al presidente della Croazia Kolinda Grabar Kitarović e al premier Andrej Plenković.
Ma la vera azione diplomatica che ha indotto tutti a imbracciare le armi della cooperazione tra i popoli europei e dell’integrazione è stata la missiva spedita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in risposta a quella inviatagli dal suo omologo sloveno Borut Pahor.
Mattarella ha affermato di condividere con Pahor la preoccupazione a causa dell’atmosfera che si percepisce in Europa. «Anche io cioè constato un inasprimento dei toni, una minore considerazione per le opinioni altrui, eccessi verbali, che non dovrebbero trovare spazio nella nostra casa comune europea», ha scritto il Presidente italiano e ha ribadito che «la casa comune europea» rappresenta «l’unica prospettiva concreta e reale per la pace, la sicurezza e la prosperità dei nostri popoli».
Nella lettera, infine, Mattarella ha ricordato a Pahor che il Giorno del ricordo è stato istituito con l’intenzione di ricordare una grande tragedia, mai si è trattato di una celebrazione che si fosse rivolta contro qualcun altro.
Chiara, diretta e priva di equivoci anche la lettera che il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha inviato al ministro degli Esteri della Slovenia, Miro Cerar. «Sinceramente chiedo scusa, così a lei come al popolo sloveno, se le mie parole hanno offeso i vostri connazionali». «Credetemi signor ministro - prosegue Tajani - che sinceramente non era mia intenzione creare tensioni, e tantomeno avanzare pretese territoriali che il mio Paese assolutamente non ha». Nel concludere la missiva ribadisce infine il suo «rispetto totale del popolo sloveno».
Lettere con il medesimo spirito e contenuto sono giunte, da parte di Tajani, anche al presidente della Croazia Kolinda Grabar Kitarović e al premier Andrej Plenković. Il ministro degli Esteri sloveno Cerar, dal canto suo, ha dichiarato che le scuse di Tajani erano quelle che la Slovenia si aspettava. Dunque caso chiuso e avanti in quella che Mattarella chiama «casa comune europea». —
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