Focolaio Covid in carcere a Gorizia
Marco Bisiach
La pandemia continua a caratterizzare anche la quotidianità (evidentemente già non semplice di suo) della casa circondariale di Gorizia, tra contagi, campagna vaccinale, problema di spazi e difficili condizioni di lavoro degli agenti. Il cui organico, peraltro, è condizionato non solo dalle carenze ormai storiche, ma pure dalle positività al Covid e dai provvedimenti presi per il contenimento del contagio.
L’ultimo aggiornamento in via Barzellini parla di 3 positivi tra il personale e un agente in isolamento preventivo più un’ulteriore positività tra i detenuti. «L’organico può contare su 43 agenti, ma gli effettivi al lavoro sono molti di meno, diremmo probabilmente una trentina o poco più, tra positività al Covid, malattie diverse, esigenze di dislocamento e altre problematiche – spiega Leonardo Angiulli, segretario regionale triveneto dell’Uspp –. Senza contare che in prospettiva ci sono diversi colleghi prossimi al pensionamento, che lasceranno ovviamente dei vuoti da riempire». Proprio per questo, per supportare il personale presente nel carcere goriziano, è stato disposto il trasferimento provvisorio di quattro agenti di rinforzo, di cui due arrivati dal carcere di Tolmezzo e due da quello di Udine. «Ma per coprire i turni, che ormai sono stabilmente di almeno otto ore, su tre quadranti, rispetto a quelli da sei ore su quattro quadranti che sarebbero previsti, è stato necessario abrogare le ferie pasquali, e ci sono colleghi che hanno dovuto lavorare anche per quattordici giorni senza riposo», dice ancora Leonardo Angiulli aggiungendo: «Sappiamo che ci sono delle difficoltà oggettive che la pandemia e la sua gestione stanno ulteriormente acuendo». Intanto però prosegue la campagna vaccinale dell’intera popolazione carceraria: il personale è stato vaccinato quasi per intero, e tra i detenuti ne mancano all’appello due o tre, in quanto avrebbero rifiutato il vaccino.
In ogni caso sono tante le questioni sulle quali i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria contano di potersi confrontare appena possibile anche con il nuovo provveditore delle carceri. Tra i temi sul tavolo, peraltro, anche quello della direzione della casa circondariale goriziana, ruolo che da anni ormai continua ad essere coperto “a scavalco”, senza un titolare presente quotidianamente in sede. «È anche per questo che in un recente convegno sul tema del possibile progetto del carcere europeo da realizzare a Gorizia abbiamo voluto esprimere tutta la nostra perplessità – conclude il rappresentante sindacale –. Perché non si possono fare le classiche nozze con i fichi secchi, non ci sono i presupposti se prima non si risolvono questioni annose come i problemi del carcere di via Barzellini, il suo ampliamento e il potenziamento del personale». —
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