Focolaio a Zara: positivo anche Djoković

BELGRADO In una regione dove il virus continua a circolare con sempre più virulenza, un grande campione – spesso al centro di critiche e polemiche - organizza un torneo di tennis itinerante, con annesse conferenze stampa, festeggiamenti, partite aperte al pubblico, spesso senza distanziamento e sprovvisti di mascherine. Poi, perde in maniera rovinosa la scommessa.
La festa si trasforma infatti in una lunga lista di positivi tra tanti partecipanti di fama, un vero tour del contagio. Che ha come “vittima” principale proprio l’anima dell’iniziativa. Anima che risponde al nome di Novak Djoković, campione serbo di tennis e attuale numero al mondo nella classifica Atp, che ieri ha annunciato a sorpresa la propria positività al Covid-19, una vera e propria bomba.
«Sono estremamente dispiaciuto», ha detto Nole, 33 anni, dopo aver ricevuto i risultati del tampone. Positività che è sicuramente legata al controverso torneo Adria Tour, tournée balcanica dei big del tennis – con tappe in Serbia e Croazia, mentre quella in Montenegro è saltata a causa della rigidità delle autorità di Podgorica, quella in Bosnia per comprensibili ragioni di forza maggiore – ideata proprio dal campione serbo. Iniziativa che da subito aveva fatto alzare qualche sopracciglio fra i più prudenti e timorosi del virus, che si è rivelata un flop clamoroso, non tanto per il gioco in sé e l’affluenza di pubblico, quanto per le possibili conseguenze sanitarie di un torneo organizzato per di più da un big del tennis già al centro di aspre discussioni per la sua contrarietà a un possibile vaccino contro il Covid-19. Paure che si sono presto tradotte in realtà.
Due giorni fa era arrivata infatti la notizia della positività di Grigor Dimitrov, star bulgara del tennis, che aveva preso parte al primo round del torneo, a Belgrado, un passo falso che ha costretto alla cancellazione della finale del torneo, a Zara. Il giorno dopo, nuovi risultati-choc, con altri contagiati, tra cui il campione croato Borna Coric, il serbo Troicki e uno degli allenatori di Djoković. Ieri, infine, la bomba finale, con il contagio dello stesso Djoković (asintomatico) e pure della moglie Jelena.
Ombre lunghissime sull’Adria Tour – ma anche sulla ripresa di Atp e Wta, vista la positività della crema del tennis sbarcata nei Balcani. Tutto a causa di un torneo che, più che benefico, si è rivelato come un “focolaio itinerante”, nel cuore dei Balcani, nel mirino di giustificate critiche, per la presenza di un folto pubblico sugli spalti al torneo a Belgrado, ma anche per il comportamento dello stesso Djoković. Nole, infatti, era stato beccato mentre si scatenava in pista in una discoteca di Belgrado assieme ad altri partecipanti al torneo, Dominic Thiem, Borna Ćorić, Alexander Zverev e Grigor Dimitrov, in un assembramento senza regole.
«Potete anche disapprovarci - aveva replicato Nole - e dire che ciò è pericoloso, ma stiamo facendo solo ciò che ci dice il governo serbo», riferimento all’allentamento delle misure di precauzione decise a Belgrado, ma anche a Zagabria . —
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