Flop della seconda asta per acquistare l’ex Banca d’Italia

Lo splendido edificio novecentesco che in via Codelli ha ospitato per diversi anni la sede provinciale della Banca d’Italia è destinato a rimanere ancora vuoto. E chissà per quanto tempo.
Anche la seconda fase del piano di alienazioni degli immobili dell’istituto di credito nazionale, previsto dal decreto Visco, infatti, non ha avuto l’esito sperato. Stando ai “si dice”, nei mesi scorsi alcuni potenziali investitori avevano manifestato in maniera informale il proprio interesse per i due fabbricati – oltre al palazzo già sede della banca, anche l’ex abitazione del direttore - che si affacciano sulla centralissima arteria che da viale XXIV maggio conduce in piazza Divisione Julia. Rispetto al primo bando, le basi d’asta erano rimaste sostanzialmente invariate: per aggiudicarsi il palazzone che un tempo ospitava gli uffici goriziani di Bankitalia (oltre all’alloggio del custode, posizionato sul retro) era richiesto un esborso di 2,2 milioni di euro, mentre per l’abitazione del direttore la base d’asta era stata fissata a 900 mila euro. Ma anche questa seconda fase non ha portato alla vendita di immobili nella nostra regione. A Gorizia qualche timido interessamento era pervenuto: un privato e un immobiliarista si erano fatti informalmente avanti per i due lotti, senza tuttavia che l’interesse sfociasse effettivamente nella formulazione di un’offerta concreta. Nel Fvg la Banca d’Italia punta a dismettere immobili anche a Udine e Trieste. Per un edificio storico che rimane vuoto si aggiunge, purtroppo, una lunga serie di altri che versano in totale abbandono, più o meno degradati. Come non ricordare il palazzo del Provveditorato di via Leopardi oggi in assoluto abbandono e che per due giorni, qualche anno fa, diventò sede del centro sociale Clandestino? IL centro sociale poi emigrò in un'altra proprietà dismessa: l'edificio di via Ponte del Torrione di proprietà della Regione. Oggi è uno dei tanti ruderi che si può aggiungere, a pieno titolo, alla lista dei 12 gioielli dimenticati di quella che abbiamo definito, in un nostro recente servizio, la "Pompei dell'Isontino": stabili storici in cui l'unico e incontrastato inquilino è il degrado. Sì, l'inutilizzo, il tempo che passa, le intemperie hanno invecchiato precocemente quella struttura. Cenni storici La palazzina liberty di via Leopardi fu costruita nel 1914 su disegno dell'architetto Gino Zaninovich: sino al 2000, come detto, ospitò il Provveditorato. Un anno dopo, l'immobile venne messo in vendita: l'offerta migliore fu quella della «Gencor srl» di Gradisca (Gruppo Terraneo) che puntava a ristrutturarlo per ricavarne alloggi per i carabinieri o, in alternativa, per destinarlo ad uffici del Tesoro. Ma non se ne fece nulla. Morale della favola? L'edificio è tuttora abbandonato.
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