L’attacco di Regione e sindacati a Flex e U-Blox «irresponsabili»
Gli assessori Bini e Rosolen criticano le proprietà per il «mancato rispetto della parola data» e il «totale disinteresse» sul futuro dei siti. Condanne anche da Fim, Fiom e Uilm

Comportamenti «incompatibili con il principio di responsabilità sociale» che dovrebbe orientare l’attività di impresa. È la dura critica rivolta alle proprietà di Flex e U-blox dalla Regione, per bocca degli assessori al Lavoro e alle Attività produttive, Alessia Rosolen e Sergio Emidio Bini, a cui si sono uniti i sindacati di settore.
Il caso Flex
Nel caso della Flex a suscitare la presa di posizione di assessori e sigle sindacali è stata la presentazione come possibile acquirente del fondo tedesco FairCap, un soggetto che, a dire della Regione, «non ha fornito in sede ministeriale elementi idonei a garantire una prospettiva industriale e soprattutto la salvaguardia dei livelli occupazionali». Di fronte alla richiesta di valutare altre possibilità, hanno fatto sapere Bini e Rosolen, la corporate ha comunicato «che la cessione era di fatto già stata perfezionata, dimostrando una totale mancanza di responsabilità e rispetto della parola data».
Una decisione che per Fim, Fiom, Uil di Trieste e le Rsu di Flex, è stata adottata dall’azienda «in spregio agli impegni assunti ai massimi livelli istituzionali». «Se il gruppo dirigente della Flex pensa che appaltando i licenziamenti se ne toglie la responsabilità si sbaglia e deve essere fermato subito», hanno attaccato i sindacati in una nota, chiedendo al governo di bloccare la vendita «in assenza di un piano industriale che garantisca la salvaguardia dei posti di lavoro e colga l’occasione di ricostruire l’ennesimo settore industriale a pezzi».
Il caso U-Blox
Anche sul caso U-Blox, «i tentativi di dialogo con l’azienda e il soggetto incaricato come liquidatore si sono scontrati con il totale disinteresse per le sorti industriali future del sito di Sgonico e dei suoi lavoratori», hanno sottolineato Bini e Rosolen. Confermando che l’amministrazione regionale «continuerà ad agire con senso di responsabilità» per individuare «soluzioni che tutelino il tessuto industriale giuliano e i relativi livelli occupazionali».
Un intervento, quello di Rosolen e Bini, giudicato «apprezzabile» da Massimiliano Generutti, responsabile Usb Federazione di Trieste, convinto però che serva «una strategia industriale centrale dello Stato». Per Usb, Flex e U-Blox sono determinate «a liberarsi delle rispettive attività», mentre il territorio perderà «due aziende storiche e strategiche». Il sindacato di base ha lanciato l’allarme anche su una terza crisi, quella della Telit, invitando a «riflettere sulle telecomunicazioni come settore strategico e agire per preservare il settore» anche «con interventi diretti dello Stato». —
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