Firmato il contratto del comparto unico

Dopo una trattativa fino a notte fonda, siglato l’accordo da 20,1 milioni per il 2016-2018. Media di 82 euro al mese in più
Lasorte Trieste 15/12/15 - Piazza Oberdan, Regione, Manifestazione Sindacati Pubblico Impiego
Lasorte Trieste 15/12/15 - Piazza Oberdan, Regione, Manifestazione Sindacati Pubblico Impiego

TRIESTE. A 16 mesi dalla firma della preintesa – era il novembre 2016 – e dopo un’ultima trattativa lunga 16 ore – si è andati avanti a oltranza dalle 10 di sabato mattina alle 2 di notte – il comparto unico regionale ha un nuovo contratto: il triennale 2016-2018 da 20,1 milioni di euro, siglato dalla presidente della parte datoriale Adriana Battistutta e da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal.

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L’aumento medio di 82 euro mensili lordi era già stato definito a fine febbraio. Dovrebbe concretizzarsi, arretrati compresi, dalla busta paga di aprile. Sempre ad aprile ci sarà, dopo l’ok della Giunta e della Corte dei Conti, la firma finale.

Delegazione trattante e sindacati hanno aggiunto però all’intesa anche il raddoppio, o poco meno, dei fondi produttività: i 13 mila lavoratori del pubblico impiego del Friuli Venezia Giulia avranno a disposizione per il livello accessorio del loro contratto, quello legato alle prestazioni, 1.000 euro lordi pro capite contro i precedenti 580. «Soddisfazione enorme», riassume per tutti Massimo Bevilacqua della Cisl, con Mafalda Ferletti della Cgil che, oltre a sottolineare un rinnovo che mancava dal 2009, pone l’accento «sulla semplificazione del fondo produttività».


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A confortare i sindacati anche la cancellazione delle norme Brunetta che avevano di fatto congelato le relazioni sindacali. «Vengono restituiti ruolo e competenze alla contrattazione di ente e alla Rsu», conferma Ferletti, mentre Paola Alzetta della Cisal precisa a sua volta che le nuove regole «saranno ora applicate ente per ente, dopo anni di scelte unilaterali, e apriranno lo spazio per una ripresa del dialogo».

Già da oggi il sindacato illustrerà i contenuti del contratto alle assemblee di comparto. A partire dalla parte economica: a regime, vale a dire dal primo gennaio 2018, comprendendo anche la vacanza contrattuale (già pagata mensilmente in quota variabile tra gli 11 e i 22,5 euro), la categoria A (commessi) si vedrà aumentare lo stipendio tra i 73,87 e i 75,18 euro lordi, la B (operai e figure assistenziali, impiegati esecutivi e ausiliari nidi) tra i 75,53 e i 77,16, la C (impiegati di concetto) tra gli 80,88 e gli 83,04, la D (direttivi) tra gli 85,90 e i 91,59. Una quota di questi aumenti è già stata inserita in busta paga da agosto del 2017 a titolo di acconto. Quanto invece alla parte giuridica, il contratto prevede tra l’altro l’aggiunta di una ulteriore fascia per ciascuna categoria (ci saranno gli A9, i B9, i C9, i D9, con conseguenti possibilità di avanzamento economico per tutti), l’aumento del salario aggiuntivo per il personale degli enti locali (a disposizione 1,7 milioni) in modo da ridurre il divario rispetto ai colleghi della Regione, e alcune nuove indennità: per particolari responsabilità nelle Uti (si può arrivare fino ai 3 mila euro lordi l’anno), nel caso in cui diminuiscano negli enti le posizioni organizzative; per le attività disagiate, esposte a rischio e di maneggio valori, remunerate da 1 a 10 euro al giorno; per i servizi esterni della Polizia locale (da 1 a 10 euro giornalieri).

Nell’accordo anche un pacchetto di norme definito «di civiltà». Si tratta della possibilità di cedere ferie a titolo gratuito ai colleghi che devono assistere figli minori con particolari condizioni di salute, dei permessi retribuiti (fino a 48 ore l’anno) per visite e terapie, delle disposizioni contrattuali riferite al matrimonio trasferite alle unioni civili (per esempio nell’assistenza ospedaliera), dei 90 giorni di congedo retribuito a donne vittime di violenza di genere. Si è anche definito che l’assenza dovuta a terapie salvavita copra i giorni di mancanza dal lavoro a causa degli effetti collaterali.
 

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