Fine vita, strali contro la Regione

Il vescovo di Trieste Crepaldi contesta il sostegno di Serracchiani alla legge sulle Dat: «La Regione apre la strada all’eutanasia»
Silvano Trieste 25/12/2013 S. Messa di Natale
Silvano Trieste 25/12/2013 S. Messa di Natale

TRIESTE. Debora Serracchiani finisce nel mirino della Curia di Trieste. L’ultimo numero di Vita Nuova, il settimanale della diocesi, dedica un duro articolo al provvedimento che la maggioranza, con l’appoggio di una parte del centrodestra, intende preparare per regolamentare le Dat, le Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario. Secondo l’analisi del giornale «la Regione fa da battistrada all’eutanasia». Così, almeno, titola il direttore Stefano Fontana.

Stando a quanto emerso nei giorni scorsi il centrosinistra intende far propria la petizione promossa dall’associazione “Per Eluana” sottoscritta da 5.503 cittadini e presentata all’amministrazione a febbraio. Il documento sollecita l’istituzione di un registro regionale delle Dat accessibile direttamente attraverso la tessera sanitaria. In questo modo si consentirebbe ai medici di conoscere la volontà dei pazienti che si trovano in gravi condizioni. Un provvedimento sul fine vita, dunque. Non è ancora chiara la cornice che il centrosinistra adotterà: una norma regionale, una mozione o una legge voto con cui aprire un percorso parlamentare? Se ne discute già oggi pomeriggio in Terza commissione consiliare, presieduta da Franco Rotelli del Pd, in un’audizione che vede la partecipazione di una rappresentanza dei firmatari della petizione.

Intanto la Curia fa partite la “scomunica” nei confronti della governatrice, così come già aveva fatto con il sindaco Roberto Cosolini dopo la delibera sulle Dat varata dal Comune. «Serracchiani informa che la Regione studia una legge sul fine vita – scrive il direttore – di per sé non ci sarebbe niente di male, in quanto una legge regionale sul fine vita può anche non prevedere l’eutanasia. Però la nostra Debora dice di aver accolto e di appoggiare la petizione dell’associazione “Per Eluana”, sottoscritta da 5mila cittadini (cioè da quasi nessuno data la popolazione regionale). Ora - prosegue Fontana -, questa associazione è la stessa che si era battuta perché fosse applicata la sentenza di sospensione della idratazione e alimentazione ad Eluana. È una associazione pro-eutanasia, anche se si chiama “Per Eluana”. La maggioranza regionale è intenzionata a trasformare questa stessa petizione in una norma». E, annota Fontana, «non c’è una legge nazionale e quindi anche quella regionale può risultare inutile come le delibere comunali. La Regione stessa sta studiando la cosa e quindi non è in grado di dire se tale legge avrà efficacia o no. Ma si va avanti lo stesso perché lo scopo è fare da battistrada per una legge nazionale sull’eutanasia. Come il Comune di Trieste, anche la Regione si propone solo lo scopo di influire sul legislatore con una legge-propaganda, una legge-spot, una legge-siparietto».

Le critiche sulle Dat, in seguito alla delibera del municipio, si prolungano da settimane nel settimanale cattolico. Posizioni che l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi approva. Sullo stesso numero, infatti, nella pagina delle lettere è pubblicato un intervento di Crepaldi sul tema e sulla campagna portata avanti da Fontana. «Egregio direttore – si legge – ho seguito fin dalle prima battute e continuo a seguire con crescente interesse l’impegno profuso da Vita Nuova, sul piano informativo e formativo, a proposito della delibera della giunta comunale di Trieste relativa all’istituzione di un deposito per le Dichiarazioni anticipate di trattamento. Ho apprezzato il modo serio e chiaro con cui Vita Nuova ha affrontato a più riprese l’argomento, fornendo ai suoi lettori su questa delicata questione illuminanti approfondimenti bioetici, giuridici, amministrativi. Il tutto – continua il vescovo di Trieste – è stato svolto con opportuno e doveroso riferimento al Magistero della Chiesa in materia. Ciò non ha impedito a Vita Nuova di usare un tono propriamente giornalistico, anche se sempre rispettoso del confronto democratico, come si addice a un settimanale. Colgo l’occasione per partecipare la mia gratitudine – conclude Crepaldi – e per incoraggiare a proseguire su questa strada perché le sfide, che in molti campi si profilano, sono assai impegnative».

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