Fine vita, il Consiglio regionale sfida il governo "amico"
TRIESTE Il Consiglio regionale ha accolto trasversalmente la richiesta di voto alle Camere e al governo "amico" guidato da Matteo Renzi affinché anche l'Italia si doti di una legge sul cosiddetto «fine vita». In 30 hanno detto sì, mentre il forzista Bruno Marini e Luca Ciriani di Fratelli d'Italia / An votavano no e Emiliano Edera dei Cittadini si asteneva.
Respinta, invece, la mozione Riccardi-Marini-De Anna (Fi) contro l'intenzione della Regione di resistere giuridicamente all'impugnazione, del governo davanti alla Corte Costituzionale, della recente legge regionale numero 4 su Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) e sulla raccolta delle volontà di donazione degli organi. Per 26 contrari del centrosinistra e del M5S, sono stati 8 i favorevoli di FI, AR e Ciriani, mentre il suo capogruppo, Alessandro Colautti (Ncd), si è astenuto.
Il governo ha accusato il Friuli Venezia Giulia di aver invaso competenze esclusive dello Stato, ma per la giunta di Debora Serracchiani non è così, «principalmente per due motivi - ha spiegato l'assessore Maria Sandra Telesca -. Innanzitutto la LR 4/2015 ha una valenza sostanzialmente amministrativa. In Fvg erano già presenti Comuni che raccoglievano le Dat di coloro che desideravano farlo. La legge semplicemente riorganizza quanto esisteva in modo disomogeneo. Pertanto riteniamo che quel testo poteva essere competenza di questo Consiglio regionale. Da qui la nostra decisione di resistere giuridicamente».
«Secondo aspetto - ha proseguito la Telesca - il fine vita è tema di pertinenza delle Camere che bisogna affrontare senza pregiudizi e con trasparenza. La nostra legge non disciplina le modalità di utilizzo, ma solo di raccolta, delle Dat. Perché le modalità di utilizzo, quelle sì, rientrano nelle competenze statali. Nuovamente ecco perché la nostra decisione di resistere. E non ultimo per difendere l'attività di questo Consiglio».
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