Fine vita, il Comune dà il via al registro delle Dichiarazioni

Da oggi un dipendente del Municipio a disposizione dei cittadini, niente moduli prestampati Martini: presi contatti per l’informazione dei medici con Ordine professionale e Azienda sanitaria
Di Silvio Maranzana

Il Comune apre da oggi il registro delle Dat, le Dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti sanitari. «Probabilmente nei primi giorni ci sarà un po’ di movimento. Anche per questo è necessario chiedere l’appuntamento», annuncia Fabiana Martini, assessore e vicesindaco confermando che da oggi una persona tra i dipendenti sarà preposta a questo lavoro all’Ufficio servizi generali e notifiche di Palazzo Civrani, in via della Procureria 2. «Non è previsto un termine per la consegna - annuncia Martini - L’ufficio sarà a disposizione a oltranza a meno che non intervengano disposizioni diverse da parte del Governo o della Regione».

«La Dat - specifica il Comune - potrà essere depositata secondo le seguenti modalità: dapprima la persona interessata fissa l’appuntamento per la consegna telefonando ai numeri 040 6758854, 040 6758016, 040 6754880 oppure inviando una e-mail all'indirizzo DAT@comune.trieste.it. Quindi all’appuntamento fissato devono necessariamente presentarsi sia la persona che intende depositare la Dat, sia la persona indicata come fiduciario e, se del caso, chi è stato nominato fiduciario supplente. Tutti dovranno avere con sé il proprio documento di identità in originale e in corso di validità, nonché il codice fiscale».

Per specificare a quali trattamenti sanitari un cittadino desidera essere o non essere sottoposto nel momento in cui non sarebbe più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso non esiste un modulo prestampato.

«Proprio per la delicatezza della questione abbiamo deciso di non farlo - spiega Martini - ma consigliamo chi intende consegnare la Dat di consultarsi approfonditamente con il proprio medico o di interpellare le associazioni che operano in quest’ambito. Sottolineo che da parte nostra ci sono stati dei contatti sia con l'Ordine dei medici che con l'Azienda per i Servizi sanitari per l'informazione e la formazione dei medici di medicina generale, che saranno presumibilmente il primo riferimento per chi deciderà di sottoscrivere una Dat».

La busta contenente la Dat e le dichiarazioni sostitutive dell’atto notorio verranno coservate in busta chiusa all’Ufficio servizi generali e notifiche - Area risorse umane e servizi ai cittadini. «Il dichiarante - specifica ancora il Municipio - potrà revocare in qualsiasi momento il deposito della propria Dat. Il fiduciario o il fiduciario supplente possono rinunciare all’incarico in qualsiasi momento». Si sottolinea anche che chi ha scelto di depositare la Dat presso un altro soggetto (ad esempio un notaio) può richiedere comunque l’iscrizione anche nel Registro del Comune.

La delibera che istituisce in Comune il “Servizio per il deposito e la custodia delle dichiarazioni anticipate di trattamento” era stata approvata non senza polemiche dal Consiglio comunale il 31 marzo. L’ok era arrivato da 27 dei 36 consiglieri presenti. Sette i no (Forza Italia, Pdl, Fli e Carlo Grilli del Gruppo Misto), mentre due esponenti del Pd (Alessandro Carmi e Igor Svab) avevano deciso di non partecipare al voto. Everest Bertoli (Fi) aveva parlato di «cavallo di Troia verso l’eutanasìa». Accusa respinta da Martini che aveva sottolineato che «il servizio è una possibilità senza obbligo, non si avvicina a fini eutanasici, tiene fermo che il medico non può essere costretto ad alcunché, non presenta volontà di disciplinare il fine vita, ma è solo un registro di raccolta dati».

Nelle premesse della delibera si sottolinea che il Comitato nazionale di bioetica nel documento “Dichiarazioni anticipate di trattamento” del 18 dicembre 2003 ha affermato che le dichiarazioni anticipate di trattamento hanno valore bioetico purché «non contengano disposizioni aventi finalità eutanasiche, non contraddicano il diritto positivo, le regole di pratica medica, le deontologia». E che «comunque il medico non può essere costretto a fare nulla che vada contro la sua scienza e la sua coscienza.»

Sarà alla fine il fiduciario, qualora sia necessario, a ritirare la Dat depositata per trasmettere appunto ai sanitari la volontà della persona.

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