Fincantieri vola con le crociere: balzo dei ricavi in crescita del 9%

MONFALCONE Nel giorno in cui a Sestri Ponente sono arrivate le lamiere di acciaio con cui saranno realizzati gli impalcati del nuovo ponte di Genova, il gruppo triestino ieri ha diffuso i risultati 2018 che confermano la forte fase di espansione del colosso cantieristico impegnato su molti fronti in Europa e oltreoceano.
Alcuni ancora aperti come il dossier francese sui cantieri di Saint Nazaire.
Fincantieri chiude il 2018 con un utile consolidato di 69 milioni in crescita dai 53 milioni dell'anno precedente e con un balzo del 9% dei ricavi a quota 5,5 miliardi. Il gruppo guidato da Giuseppe Bono e presieduto da Giampiero Massolo mette in rilievo l'utile adjusted di 108 milioni (dai 91 dell’anno precedente), che non tiene conto di proventi e oneri estranei alla gestione ordinaria.
La profittabilità è in netta crescita con un Ebitda di 414 milioni (+21%) e un margine sui ricavi di 7,6% (rispetto al 6,8% nel 2017). Il gruppo cantieristico, con questi risultati, proporrà all'assemblea dei soci convocata per il 5 aprile a Trieste un dividendo di un centesimo, per un monte dividendi stimato in 16,87 milioni.
Intanto giovedì nei cantieri di Monfalcone alla cerimonia di consegna della Costa Venezia, è annunciato l’arrivo del ministro Matteo Salvini dopo l’endorsement nel quale si è schierato a favore di una riconferma di Bono al timone di un gruppo capace di realizzare «l'ennesimo gioiello dell'imprenditoria italiana».
Tornando ai dati la posizione finanziaria netta a 494 milioni (314 milioni a fine 2017) conferma le stime del consensus degli analisti e si riferisce alle dinamiche finanziarie tipiche del business delle navi da crociera. Bono commenta che la crescita dei ricavi «è solo un primo passo nel percorso che mira ad un aumento dei volumi di circa il 50% entro il 2022 e che richiederà un notevole sforzo organizzativo e una chiara visione delle sfide future».
Il carico di lavoro complessivo resta da primato sfiorando i 34 miliardi (pari a circa il 2% del Pil italiano) con i cantieri tutti sold out fino al 2027 con 116 navi assicurate. Nel 2018 sono state consegnate 35 unità da 15 stabilimenti diversi ed è stato anche completato il delisting di Vard con l'avvio dell'integrazione con le attività italiane del gruppo.
Bono sottolinea l’impatto del gruppo sull’indotto e sull’export dell’Italia: «Il carico di lavoro complessivo e la visibilità a lungo termine sostengono lo sviluppo di filiere e distretti tecnologici di punta, creando un effetto volano per l’indotto e stimolando l’innovazione e l’export italiani, e al contempo assicurano un orizzonte temporale di occupazione pluriennale per tutti i cantieri italiani del gruppo e per l’ampio e diversificato network della fornitura. Sono risultati semplicemente unici non solo nel comparto in cui operiamo, ma nell’industria intera».
Il cda del gruppo triestino presieduto da Giampiero Massolo presentando il bilancio (sarà approvato nell’assemblea del 5 aprile a Trieste che dovrà anche rinnovare i vertici) ha riassunto l’attuale momento strategico dell’azienda che nell’anno in gestione ha firmato l’accordo per l’acquisizione del 50% di Chantiers de l’Atlantique (ex Stx France) e posto le basi per la joint venture con Naval Group in ambito militare.
Tutte partite che si stanno giocando in Europa in attesa della decisione dell’Antitrust su Stx. Fincantieri vola sulle ali della forte ripresa del business delle navi da crociera (lo scorso anno ne sono state acquisite 14 e altre 8 saranno consegnate solo quest’anno.
E intanto ieri davanti ai cantieri di Marghera il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha espresso «totale fiducia» verso Bono. —
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