Fincantieri, via libera al bilancio e prospettive di crescita
L'assemblea dei soci di Fincantieri – tenutasi oggi a Trieste - ha approvato all'unanimità il bilancio 2014 che si è chiuso con un utile netto consolidato di 55 milioni dagli 85 milioni del 2013, con ricavi in aumento a quasi 4,4 miliardi e con ordini cresciuti a circa 5,64 miliardi. La posizione finanziaria netta è stata positiva per 44 milioni a fronte di un indebitamento netto di 155 milioni registrato nel 2013. La società, come già annunciato, ha deciso di non distribuire dividendi per l'esercizio 2014.
Alla votazione erano presenti soci in rappresentanza di 1,28 miliardi su 1,6 complessivi di azioni, pari al 75,8% del capitale sociale. È stata approvata inoltre a maggioranza la remunerazione ai componenti del consiglio di amministrazione e dei dirigenti per l'esercizio 2015.
Per Fincantieri «il 2015 è iniziato bene», grazie in particolare all'accordo con Carnival per cinque navi da crociera più delle opzioni, valutato sui 4 miliardi», ha detto l'amministratore delegato, Giuseppe Bono, intervenendo in assemblea. «Nel settore delle navi crociera - ha aggiunto - ci sono ottime prospettive di crescita» e questo specifico mercato - di cui Fincantieri come costruttore è leader mondiale - è «in un momento che non si è mai visto», ha sottolineato Bono. Nel segmento militare, il numero uno del gruppo ha ricordato i «due importanti ordini» relativi all'esercizio delle opzioni per la nona e per la decima fregata multiruolo italo-francese Fremm e le due «ulteriori unità più un'opzione» nell'ambito del programma statunitense Littoral Combat Ship, nonchè i contratti «in corso di finalizzazione» con la Marina per il rinnovo della flotta finanziati dalla Legge Navale.
«Il mercato offshore» nel settore dell'Oil&Gas, invece, «risente di un particolare momento di difficoltà con un rallentamento degli ordini», dovuto al calo del prezzo del petrolio «che non induce le compagnie del settore a investire». «Ma anche qui essendo leader mondiali», attraverso la controllata Vard, «la ripresa» quando arriverà «passerà dalla società controllata da Fincantieri». Quindi, ha concluso, «nonostante le difficoltà dell'offshore si conferma che Fincantieri è in grado di affrontare le sfide» che l'attendono.
Altro tama toccato da Bono: il rapporto spesso conflittuale con i sindacati. «Non possiamo restare con relazioni sindacali create negli anni ’70, e peggiorate nei ’90, dobbiamo fare un salto di qualità assieme al sindacato. L’azienda - ha aggiunto Bono - può svolgere un ruolo importante, vogliamo che il sindacato ci accompagni in questa crescita. Il “clima sociale” è più un fatto giornalistico - mediatico e dei territori. Mi riesce complicato mettere assieme giuste dialettiche sindacali con elementi solamente locali, per un gruppo che sta in quattro continenti. Devo dire che tutti i sindacati sono d’accordo sul problema della produttività. Stiamo parlando di una cosa importante per Fincantieri, e per il Paese. Dobbiamo fronteggiare una competizione che è internazionale».
Parlando del futuro, Fincantieri punta allo sviluppo nel bilancio aziendale della componente della ricambistica e del refitting, per i servizi a valle dopo la vendita . «Finora - ha precisato Bono - il fatturato era composto per un terzo dalla crocieristica, un terzo dal militare e un terzo dall'offshore; quest'ultima componente scende di poco, aumentano le navi da crociera; vorrei in futuro che crescesse l'after sell in termini di servizi dopo il varo delle navi».
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