Fincantieri senza “tute blu”: piazzale deserto a Panzano
MONFALCONE Panzano non ha più il suo “colore” blu che scandisce la giornata. È sabato, ma sembra una sorta di “prova generale” agli scenari che da domani fino al 29 marzo diventeranno anche in questo caso la “cifra” dell’emergenza Coronavirus. Le tute blu sono sparite. I parcheggi dedicati e l’ampia area delle biciclette consegnano il vuoto spinto, assieme al totale silenzio. La Grande fabbrica s’è data lo “stop” nel nome della salute. Fino all’altro ieri il brulicare dei lavoratori dava ancora la parvenza di “normalità”, pur già in qualche modo messa in dubbio dall’incalzare degli eventi. Ieri è cambiato proprio tutto. Gli “ingranaggi” del lavoro non girano più. Restano i residenti immersi in un’atmosfera diventata ancora più reale nella sua straordinarietà. Un paio di bici sono appese ai loro stalli. Non c’è altro. Tutti a casa. Ferie collettive, come previsto da contratto, ha scelto Fincantieri, attraverso l’anticipazione delle 2 settimane agostane. Scelta “unilaterale” per le Organizzazioni sindacali che non hanno firmato l’accordo. I sindacati restano in attesa, e comunque lo auspicano, che l’azienda modifichi la modalità della sospensione attraverso gli ammortizzatori sociali disposti dal decreto dell’11 marzo. La tutela della salute resta il denominatore comune per osservare la sospensione delle attività.
Da Fincantieri la scelta ha una motivazione semplice: in un momento di crisi globale ciascuno deve fare un piccolo sacrificio. Ha proposto l’anticipo delle ferie al fine di rispettare gli impegni in ordine alle scadenze: «Dobbiamo guardare al presente salvaguardando la salute dei lavoratori, ma anche al futuro che ci chiama fortemente al rispetto degli impegni verso i clienti. I lavoratori non avranno alcun danno, riceveranno lo stipendio, sia a fine mese, come previsto durante le ferie, sia ad agosto, perché sarà necessario recuperare il tempo perduto e quindi si lavorerà». Il ricorso alla Cig «andrebbe ulteriormente a gravare sul bilancio dello Stato e implicherebbe oneri a cui dovrebbe concorrere anche Fincantieri che invece in questo momento va salvaguardata». Il segretario della Fiom Cgil, Livio Menon, osserva: «La nostra posizione è chiara: dove non sussistono i presupposti per garantire le prescrizioni di sicurezza e tutela della salute abbiamo chiesto la chiusura delle attività produttive e l’uso degli ammortizzatori sociali. Il sindacato invita le ditte dell’indotto a fare ricorso alla cassa integrazione. E lo stesso per noi vale per le maestranze dirette. Contestiamo l’anticipazione delle ferie di agosto. Ritengo che bisognava usare il buonsenso. Chiediamo di risederci attorno al tavolo con Fincantieri per individuare una soluzione alternativa».
Lorenzo Allesch, rappresentante Fiom della Rsu, dice: «Abbiamo chiesto la cassa integrazione per non pesare ulteriormente sui lavoratori dovendo fruire delle ferie con obbligo di dimora. La scelta dell’azienda è stata legittima, ma noi non abbiamo firmato. Rimaniamo in contatto per eventuali modifiche. Siamo consapevoli che è un momento molto difficile. I tempi produttivi sono stretti, a maggior ragione diventa complesso gestire la situazione. Eravamo anche disposti a rinunciare alle ferie collettive agostane, ma intanto sarebbe stato meglio optare per la cassa integrazione. Tutto rimane incerto, mi auguro che in queste due settimane si risolva l’emergenza, per l’intero Paese». Michele Zoff, della Fim Cisl nella Rsu, afferma: «Sindacati e azienda in questo difficile periodo hanno interagito e hanno fatto il massimo per la sicurezza ed il rispetto delle misure disposte. La salute è la priorità assoluta. I lavoratori hanno dimostrato grande orgoglio e coraggio, ma non possono pagare ancora». Andrea Holjar, della Uilm Rsu, argomenta: «Siamo contrari all’uso delle ferie collettive, pur sapendo che l’azienda ha operato la propria scelta nel rispetto del contratto».—
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