Fincantieri, round decisivo per Stx: Bono vola a Parigi

TRIESTE. Fincantieri accelera per chiudere il negoziato con la Francia su Stx. E quella che si apre oggi potrebbe essere una settimana cruciale. Parigi non sta certo spianando la strada al gruppo triestino nell'acquisizione del controllo dei cantieri francesi di Saint-Nazaire, che occupano circa 2.600 persone e sono gli unici della Francia in grado di costruire grandi navi da crociera e anche militari.
Anche senza erigere barricate, in varie occasioni il governo transalpino ha fissato una serie di condizioni per garantirsi una minoranza di blocco nella gestione. Il Ceo del gruppo triestino Bono, forte anche di una credibilità conquistata sul campo nell’industria europea, avrà in settimana un colloquio decisivo a Parigi con il ministro dell’Industria francese Christophe Sirigue che ha inserito l’incontro in agenda per giovedì. Il gruppo triestino, con l’appoggio del governo Gentiloni, punta a superare le resistenze di Sirigue che non intende concedere agli italiani la maggioranza assoluta di Stx France. D’altra parte i tempi stringono. L’obiettivo è chiudere il negoziato prima delle presidenziali di aprile che potrebbero sconvolgere lo scenario politico francese. Fra Trieste e Parigi in queste settimane ci sono stati diversi contatti: Bono più volte ha cercato di convincere i francesi sulla bontà di un piano strategico che punta a creare «un campione europeo dei mari» garantendo un piano di sviluppo e senza tagli all’occupazione.
I cantieri di Saint-Nazare, grazie alle mega-commesse acquisite da Caribbean e Msc, hanno un portafoglio ordini fino al 2026 e il più lungo bacino di carenaggio d’Europa. E Bono più volte ha ripetuto che senza aggregazioni e forti collaborazioni la grande industria europea non sarà mai competitiva con il resto del mondo. Nei giorni scorsi il Ceo ha spiegato la validità del progetto industriale di Fincantieri in uno scenario di necessario consolidamento dell’industria cantieristica in Europa anche per contrapporsi all’avanzata dei concorrenti asiatici: «Siamo coscienti che non tutte le cose riescono ma abbiamo anche altre strategie di riserva», ha detto giorni fa a Trieste. Si punta così a una soluzione che in grado di coniugare le esigenze “protezionistiche” dei francesi con le ambizioni di Fincantieri che conquisterebbe un avamposto produttivo di prima grandezza (qui sono state costruite Harmony of the Seas e Queen Mary II).
Nei cantieri dell’Atlantique si realizzano anche navi militari e portaerei di ultima generazione grazie a un solido know-how nel militare: questa anche la ragione della guardia alta dei francesi. Ma d’altra parte il gruppo triestino può far valere tutta la sua esperienza produttiva dimostrata con la realizzazione delle Fremm, le fregate europee multimissione realizzate proprio con i francesi di Dcns (l’azienda navale di proprietà dello Stato che il governo di Parigi vorrebbe come socio di minoranza del gruppo triestino in Stx). La partita potrebbe chiudersi fra fine febbraio e metà marzo. Bono vola a Parigi convinto di poter giocare una partita decisiva per l’internazionalizzazione del gruppo triestino. E potrebbe essere solo l’ultimo passo.
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