Fincantieri riunisce i 300 dell’indotto e lancia un piano-sfida per il mercato
Alla Marettima, a poche ore dalla notizia della commessa Carnival per la terza Dream, si è svolto un incontro tra Fincantieri, i suoi fornitori e le aziende dell’indotto crocieristico. Un vertice programmato da tempo allo scopo di analizzare la concorrenza degli altri cantieri europei e mondiali
TRIESTE
Un «conclave» a porte chiuse tra Fincantieri e i suoi fornitori e le aziende dell’indotto crocieristico, oltre 300, per affinare ancora di più le armi e spiazzare ancora di più la concorrenza degli altri cantieri europei e mondiali. Fincantieri ha lanciato una nuova sfida ai suoi fornitori: «Dobbiamo fare ancora più squadra, bisogna dare il meglio di noi stessi».
Sembrava di essere a un meeting della Ferrari di formula uno con meccanici, tecnici e fornitori, ieri mattina alla Marittima. Era da tempo che Fincantieri non riuniva il suo indotto, non si tratta affatto di un meeting pro forma, tanto per dare un’idea una nave da crociera normalmente è il risultato per il 20% dell’attività di Fincantieri e per ben l’80% dell’opera dell’indotto, aziende e ditte di altissimo livello che lavorano sotto il controllo di Fincantieri per consegnare in tempo la nave all’armatore.
Quello di ieri era un vertice programmato da tempo, preparato con cura e che, come ha detto lo stesso ad Giuseppe Bono «per una fortunata coincidenza» è coincisa a poche ore dalla notizia della commessa Carnival per la terza Dream da 130 mila tonnellate. E alla Marittima, proprio per la difficoltà e la durezza del momento con i cantieri che per avere ordini hanno il coltello affilato tra i denti, c’erano proprio tutti. Cinquecento persone, forse anche di più, la sala del centro congressi era stracolma e si respirava un’atmosfera positiva e al tempo stesso agguerrita: ditte, fornitori, arrivati da tutta Italia in rappresentanza di oltre 300 aziende, ma anche dalla Finlandia, dalla Romania, dalla Francia e dalla Germania.
In prima fila tutti i fornitori di lamiere. «Non si era mai visto» racconta uno dei partecipanti.
Di fronte, sul palco, il top management della Fincantieri al completo. L’amministratore delegato Giuseppe Bono, il presidente Corrado Antonini, il direttore generale operativo Enrico Buschi, Sandro Scarrone responsabile di tutto il personale del colosso cantieristico, il responsabile acquisti Piero Grillo assieme a tutto il suo staff. Nulla di improvvisato: Fincantieri ha lanciato e sta applicando uno speciale programma, assolutamente ambizioso, studiato a tavolino messo a punto per riqualificare il parco fornitori, migliorare efficienza, flessibilità e costi.
Da una parte Fincantieri come coach e dall’altra i fornitori come squadra. Il gigante della crocieristica l’ha già iniziato ad applicare all’interno dell’azienda, ed ora vuole che partecipino anche le aziende che sono il braccio destro per la realizzazione della nave. L’obiettivo è battere la concorrenza mondiale del mercato su tre fronti: la qualità massima del prodotto, il rispetto rigoroso dei tempi di consegna e il prezzo assolutamente competitivo. Caratteristiche che hanno convinto ancora una volta Carnival a scegliere Fincantieri per costruire la terza Dream.
E a sentire il commento di più di un protagonista dell’indotto ieri alla fine dell’evento la nuova sfida lanciata ieri da Fincantieri ha entusiasmato anche i più refrattari. «Siamo sulla strada giusta», è stato il commento generale e il gruppo cantieristico ha avvertito: abbiamo due anni per attuare la nuova mission e dobbiamo fare ancora più squadra «in questo momento difficile» e integrarci per «migliorare efficienza e competitività».
Era tempo che non si respirava un’aria così carica di positività tra l’indotto anche se a tutti è chiarissima la situazione della crisi globale che sta colpendo il mercato cantieristico.
Lo stesso Bono ieri l’ha ricordato: «Per industrie manifatturiere come la nostra la situazione è molto difficile, i margini sono molto bassi, ci sono costi crescenti e prezzi di vendita decrescenti mentre il cliente ha margini ben più alti. Per questo c’è la necessità di una maggiore flessibilità e della massima efficienza perché l’armatore è il cliente finale. Bisogna poter offrire un prodotto concorrenziale di fronte alle politiche low cost degli armatori ed è per questo che serve la massima integrazione tra l’azienda e il suo indotto».
Alla fine è il prezzo uno dei fattori fondamentali, Fincantieri anche con l’ultima commessa Carnival oltre per la qualità delle navi che ha entusiasmato il gruppo americano (lo hanno dichiarato pubblicamente) e i suoi ospiti ha saputo essere vincente sicuramente anche sul prezzo. Ma ieri il gruppo cantieristico è stato chiaro: nessuna politica per strozzare l’indotto, anzi. I margini grassi di un tempo (dal 2002 al 2007) sono ormai un ricordo, si sono assolutamente erosi, ma per tutti. E per essere competitivi e rendere al massimo, ha spiegato ieri Fincantieri, è quanto mai necessario «uno sforzo congiunto, un gioco di squadra».
Per tagliare le inefficienze, per offrire un prezzo/nave più conveniente, per attuare una campagna acquisti più mirata, per mettere in campo una politica più attraente per il cliente-armatore. E per vincere la concorrenza degli altri cantieri che stanno girando l’Europa con il coltello tra i denti ormai per prendere una commessa in un momento nerissimo per la cantieristica.
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