Fincantieri, navi garantite fino al 2022 «Ma ora facciamo un patto»

Il nuovo direttore dello stabilimento Olivari: «Lavorare in modo più corale». A settembre 85 nuovi dipendenti. Acquistati beni e servizi per 480 milioni
Una cerimonia Fincantieri a Monfalcone
Una cerimonia Fincantieri a Monfalcone

TRIESTE Dalle vetrate dell’ufficio all’ultimo piano della palazzina Fincantieri a Panzano le navi in costruzione si vedono benissimo, sembra di toccarle. Di fronte la Majestic della Carnival che sarà pronta a marzo, un gigante da 145mila tonnellate e 5600 persone tra passeggeri ed equipaggio. A fianco la Msc Seaside, dalle forme e dai concetti rivoluzionari, 154mila tonnellate e 6500 persone. Sarà terminata poco dopo e a metà dicembre farà posto al troncone che arriverà da Sestri Ponente. «Di lavoro ne avremo fino oltre al 2022 con i contratti firmati, perché poi arriverà una delle navi Costa, a fine novembre poi il troncone della nave successiva. Una sfida enorme». Le scruta come se fossero “sue creature” quelle navi in costruzione, le accarezza con sorpresa. Come quando, da piccolo, scopriva le barche che nascevano dalle mani del padre, maestro d’ascia, nel cantiere di famiglia in Liguria. Chissà quanto ha sognato e giocato tra quegli odori di legno appena piallato, colle e vernici, per lui le barche non hanno nessun segreto.

Roberto Olivari, il nuovo direttore dello stabilimento, che ha preso il posto di Attilio Dapelo (andato alla direzione della progettazione) è arrivato a Monfalcone nel novembre dello scorso anno, tornato in Italia dopo la fondazione “pionieristica” del cantiere Marinette che ha “osato” costruire le navi per la marina militare Usa. A Monfalcone c’era stato solo per un breve periodo sempre un’altra sfida, quella della Framm, la piccola nave da crociera, gioiello di tecnologia, che ora solca i fiordi dei mari del Nord.

 

«Dormono sul lavoro», in tre licenziati dalla Fincantieri
Il cantiere della Fincantieri a Monfalcone

 

Ora la sfida è a Panzano, ci sono le navi da consegnare in tempo con la massima qualità. E il timone è in mano sua. «Sicurezza prima di tutto, non è mai troppa, poi responsabilità, precisione, professionalità, costanza, determinazione e passione - ripete come un mantra - il lavoro che facciamo in questo stabilimento è un’opera corale, e l’obiettivo è riportare il più possibile il baricentro delle attività nel bacino per vincere la sfida “costi, qualità e competività”». Nessun protagonismo, Olivari non vuole nemmeno essere fotografato, lui per primo si è messo in gioco, gira come tutti gli altri operai in tuta bianca da lavoro, anche lui un meccanismo di questa “città” delle navi, lui le conosce fino in fondo, non puoi abbindolarlo.

«Fatti, non talk-show - aggiunge - e se ci sono i problemi bisogna affrontarli e farli a fette uno alla volta per risolverli». E i problemi in cantiere non sono pochi, da un lato la grande aspettativa degli armatori per le nuove navi, il carico di ordini, le sfide del mercato che devono tener conto dei costi, della qualità, della sicurezza e dei tempi di consegna. Dall’altro i grandi cambiamenti che scuotono il mondo del lavoro, i nuovi contratti, gli orari e le tutele. Le frizioni si fanno sentire. Non è nemmeno sopita la polemica sui vigilantes armati, ora è scoppiato il caso dei lavoratori licenziati.

«Problemi inevitabili - racconta - accade anche in altri cantieri. Figurarsi a Monfalcone dove in questi giorni lavorano 1500 dipendenti diretti e altri 5mila dell’indotto. Il nostro è un distretto industriale che ha davanti la sfida del mercato. Dobbiamo restarci, è un momento cruciale, bisogna lavorare per tenerci il lavoro e le nostre navi, non c’è tempo per scherzare, dobbiamo cambiare mentalità. Serve un salto di qualità e sarà fondamentale la comunicazione, “parlare con la nostra gente”. Il mio obiettivo è portare a casa risultati e premi per tutti. Non dipende solo dagli operai, ma anche da noi che facciamo l’organizzazione produttiva». E i fatti non mancano sia per il lavoro che per il territorio. Olivari tocca al volo la questione della legalità con il protocollo di intesa, la collaborazione «continua e solida con le forze dell’ordine». E alla fine lo sforzo per la riqualificazione attorno al cantiere.

«Stiamo realizzando aree per i parcheggi, non è la soluzione definitiva, ma diamo una mano». La parte più importante riguarda il lavoro dentro e fuori dal cantiere. «Fincantieri ha acquistato beni e servizi in regione per 480milioni, ha fatto lavorare oltre 400 aziende oltre all’indotto connesso. «I carichi di lavoro sono forti e dobbiamo rinforzare la struttura - conclude Olivari - e tra Monfalcone e Trieste sono state assunte 245 persone. Solo a settembre di quest’anno altre 85. Quasi il 50% giovani al di sotto dei 30 anni. Non è facile trovare persone formate con questa passione, ora il nostro bacino deve diventare la scuola superiore. I giovani devono sapere che il cantiere è un’opportunità».

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