«Fincantieri, finirà comunque bene»

Bono avverte i francesi: ok consolidare l’industria europea, ma il mondo è vasto
Giuseppe Bono, Ceo Fincantieri, alla cerimonia inaugurale del varo della MS Koningsdam, alla Fincantieri di Porto Marghera, 2 aprile 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ chiarmasso@mslgroup.com +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Giuseppe Bono, Ceo Fincantieri, alla cerimonia inaugurale del varo della MS Koningsdam, alla Fincantieri di Porto Marghera, 2 aprile 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ chiarmasso@mslgroup.com +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
TRIESTE. Crede fermamente in un grande progetto industriale navalmeccanico europeo, in cui Italia e Francia siano protagonisti, ma Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, da Portopiccolo, interpellato dai giornalisti a margine della presentazione del libro di Matteo Renzi, avverte i francesi che hanno privatizzato i grandi cantieri di Stx-France a Saint Nazaire. L’11 il ministro parigino Bruno Le Maire è atteso a Roma dal suo omologo Pier Carlo Padoan e dovrebbe portare una nuova proposta di accordo su Fincantieri-Stx. «Il mondo è tanto vasto - commenta Bono- e alla fine, se non si vuole fare una politica europea, ognuno si deve guardare intorno nel mondo. Noi siamo già in America. Siamo in Cina. In Europa ci siamo, ma vogliamo esserci di più come europei».


Ma «per Fincantieri - dice - comunque, tutto finirà bene. Ci batteremo per il consolidamento dell'industria europea, che riteniamo cosa necessaria; ma la salute di Fincantieri non dipende da questo consolidamento». Bono spiega che il colosso navalmeccanico italiano ha «lavoro per i prossimi 10 anni e quindi avremo anche modo, nei prossimi 10 anni, di vedere, se certe cose non avvengono oggi, se possono avvenire in un altro modo in altri tempi e con chi». L’ad è convinto che un grande gruppo navalmeccanico europeo «sia un discorso importante per l'Italia, per la Francia e per l'Europa. È un segnale importante dopo anni di crisi industriale, dove per forza di cose si è parlato soprattutto della finanza. Se partiamo con progetti industriali credo che sia un vantaggio per tutti, anche per accelerare una ripresa che c'è ma ha bisogno di consolidarsi».


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