Fincantieri, blocchi nave in costruzione a Pola
L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, nell’annunciare - giorni fa, durante la consegna della Royal Princess - che il gruppo deve orientarsi verso un nuovo modello produttivo, aveva precisato che Fincantieri «potrebbe fare a meno di produrre le parti più povere», come certe parti dello scafo, portando le lavorazioni fuori dall’azienda, «anche all’estero se necessario».
Una serie di linee direttive, quelle enunciate da Bono, ancora da definire nel dettaglio, negli incontri con i sindacati che dovrebbero iniziare nelle prossime settimane.
In realtà questa complessa operazione, che più d’uno definisce delocalizzazione, di fatto è già iniziata. E proprio all’estero. Da qualche mese il cantiere Scoglio Ulivi (Uljanik) di Pola sta realizzando dei blocchi di scafo, lavori che periodicamente vengono verificati dai tecnici di Fincantieri.
«Si tratta di parti di nave - conferma il direttore del cantiere polesano, Gianni Rossanda - che abbiamo iniziato a fare da poco. Di più non so, perchè non me ne occupo direttamente».
Un’ulteriore conferma arriva da Fincantieri, che tiene però a sottolineare come questo appalto non abbia alcuna relazione con le recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato sul futuro modello produttivo. L’azienda spiega poi che il cantiere Scoglio Ulivi sta costruendo alcuni “blocchi alti” di scafo destinati alla realizzazione dell’unità per “P&0” impostata di recente (la terza nave della nuova classe, “inaugurata” dalla Royal Princess).
Blocchi di questo tipo, rileva sempre Fincantieri, venivano realizzati anche dall’Arsenale Triestino Cartubi; sono stati assegnato al cantieri Scoglio Ulivi circa un anno e mezzo fa, attraverso una normale gara d’appalto. Evidentemente, si fa capire, Scoglio Ulivi ha fatto un’offerta più competitiva, vincendo così la gara.
La costruzione di parti di scafo all’esterno del cantiere di Panzano è un sistema al quale Fincantieri è già ricorsa più volte, sia assegnando le queste costruzioni ad altri cantieri del gruppo sia a ditte che operavano in propri stabilimenti.
Quella che riguarda il cantiere di Pola è però la prima commessa di questo tipo - blocchi prefabbricati, come si diceva- che viene realizzata all’estero èd è destinata a una nave in costruzione a Panzano.
Il fatto che Scoglio Ulivi si sia aggiudicato questo appalto, facendo un’offerta migliore di altri cantieri, è legato anche al costo del lavoro, che in Croazia è notoriamente inferiore a quello in Italia.
E continuerà ad esserlo almeno per qualche anno in quanto, anche se dal primo luglio la Croazia entrerà nell’Ue, la sua moneta continuerà ad essere la “kuna”, il cui valore è circa un decimo di quello dell’euro. Un vantaggio competitivo sul piano del costo del lavoro, e quindi delle gare d’appalto, che non ha pari con quello di altri Paesi europei.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo