Fincantieri accelera la fusione con Stx
MILANO. La stagione dei bilanci costituisce un altro passo in avanti verso l’aggregazione tra Fincantieri-Stx France. Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i risultati dell’esercizio 2017 di Naval Group -, azienda statale francese della difesa - che otterrà il 10% della società post-integrazione, con l’azienda italiana al 50% (+1% in prestito dallo Stato francese), quest’ultimo al 33%, i fornitori dell’indotto della Loira poco sotto il 4% e i dipendenti del cantiere di Saint-Nazaire al 2%.
Un’acquisizione che apre all’azienda di Monfalcone il mercato delle supernavi da crociera, quelle di oltre duecentomila tonnellate di stazza lorda costruite per Royal Caribbean. Tornando all’attualità, il fatturato 2017 di Naval è cresciuto del 16% a 3,7 miliardi di euro, di cui il 35% realizzato a livello internazionale, mentre l’utile netto è balzato del 50% a 142,2 milioni. La raccolta di ordini è aumentata del 51% a 4 miliardi e il margine operativo è stato del 4,7%, rispetto al 3,2% del 2016. Poco prima è toccato a Vard, controllata all’80% da Fincantieri, alzato il velo sui risultati dell'esercizio 2017. A fine anno il portafoglio ordini si è attestato a 13,23 miliardi di euro contro i 12,65 di un anno prima, mentre i ricavi sono cresciuti del 9% a 8,6 miliardi di corone norvegesi. Il risultato operativo è rimasto in terreno negativo, ma in miglioramento da -142 a -91 milioni.
Il prossimo appuntamento con i numeri è fissato per il 22 marzo, con i dati di Fincantieri relativi allo scorso esercizio, mentre proseguono gli incontri tra i massimi dirigenti delle società coinvolte nell’operazione per definire la prima linea manageriale, valorizzando le competenze specialistiche. Cambierà anche la governance, con un board composto da otto membri - quattro espressi dall’Italia e quattro dalla Francia - con il nostro Paese che designerà il presidente e l’amministratore delegato, con il primo titolare del “casting vote”, il voto doppio funzionale a orientare la decisione in caso di parità. Il dialogo coinvolge, oltre agli ad delle due aziende Giuseppe Bono (Fincantieri) e Hervé Guillou (Naval Group), anche i numeri uno di Leonardo (ex-Finmeccanica), Alessandro Profumo, e di Thales (azionista di minoranza in Naval Group), Patrice Caine, per provare a definire il contributo delle due aziende nel militare.
È stato costituito un team di lavoro delle quattro società che si riunirà ogni 10-15 giorni per arrivare entro il 30 giugno a definire un piano di convergenza, da presentare ai due governi. Intanto la collaborazione è già partita, come dimostra l’offerta congiunta nella maxi-commessa canadese per 15 nuove fregate multiruolo nel quadro del programma Canadian Surface Combatant (Csc).
E un altro test sarà rappresentato dall’annunciata costruzione, da parte di Naval Group per conto della Marina francese, di due navi di supporto logistico nei cantieri di Saint-Nazaire. Intanto Bono continua a lavorare sul fronte interno: nei giorni scorsi sono emerse indiscrezioni di stampa, secondo cui il gruppo triestino potrebbe accordarsi con il governo di Bucarest per la gestione del cantiere di Mangalia, per poi eventualmente acquisire il 49% dello stesso. Fincantieri opera già in nel Paese, dove possiede i cantieri di Tulcea e Braila.
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